batterie auto futuro

Nonostante le prestazioni hardware, il design e la compattezza di un device, che sia smartphone o altro, a oggi sono sempre le batterie il discriminante decisivo. Anche nel 2020 siamo dipendenti dalla scarsa longevità del litio negli accumulatori, con tutte le conseguenze del caso sull’ambiente, ma l’orizzonte futuro potrebbe riservarci una serie di tecnologie in grado di ovviare a questo metallo ormai non più in grado di soddisfare le nostre esigenze.

Nei laboratori di tutto il mondo sono allo studio batterie che impieghino materiali altamente disponibili in natura, che possano essere smaltite senza danni all’ambiente e che possano risolvere (perché no) la crisi energetica che presto incontreremo nel nostro cammino evolutivo. Da qui possiamo comprendere bene che conoscere il futuro di questo particolare componente ci consente di fare inferenze su come andrà il mercato degli smartphone o quello delle auto elettriche.

 

Batterie auto: svelato il futuro tecnologico degli accumulatori

Ma se si pensa al litio non bisogna demonizzarlo, poiché è un metallo che in qualche modo potrebbe tornare utile alla ricerca di nuove batterie che superino gli attuali limiti. Di fatto ogni accumulatore deve affrontare il problema del surriscaldamento quando in uso, visto che in alcuni casi ci sono state esplosioni e incendi senza ragione alcuna.

Per risolvere il quesito, alcuni ricercatori dell’Università Penn State hanno sviluppato nel 2019 un nuovo tipo di batterie agli ioni di litio capaci di resistere alle elevate temperature grazie a una lamina di nichel all’interno. Tale combinazione consente all’accumulatore di raffreddarsi immediatamente e garantire la resa per oltre 1700 cicli di carica.Ma può bastare a soddisfare le esigenze della nostra società tecnologica? Beh se lo guardiamo sul lato delle prestazioni ovviamente no ma è già un passo avanti.

Rimanendo negli States, alcuni ingegneri del MIT (Massachusetts Institute of Technology), hanno inventato una batteria in grado di assorbire diverse quantità di CO2 dall’ambiente grazie ad elettrodi coperti da “poliantrachinone“. Questo sistema assorbe l’anidride carbonica durante la fase di ricarica per essere rilasciata soltanto in seguito. I test svolti assicurano che si possono fare più di 7000 cicli senza perdere la potenza iniziale: una vera scoperta.

Altri progetti rivoluzionari

È recente la notizia che una studentessa americana ha dimostrato che racchiudendo dei nanofili d’oro in una guaina di biossido di manganese diventano decisamente più resistenti se impiegati come poli. Il litio utilizzato nelle batterie convenzionali è stato poi sostituito con un gel elettrolitico derivante dal plexiglass, dando in questa configurazione alla batteria una longevità di oltre 200.000 cicli, quasi 29 volte il limite del modelli attuali.

Degli altri progetti di cui si parla spesso annoveriamo i prototipi che usano il grafene o le batterie nucleare da decadimento radioattivo. Nel primo caso una società statunitense chiamata Real Graphene sta lavorando su celle potenziate con grafene che si ricaricano in pochi minuti. Parlando di nucleare, dei ricercatori russi hanno sviluppato una batteria in grado di alimentarsi con energia pulita e quasi infinita usando il decadimento radioattivo del Nichel-63.

Ma di progetti ce ne sono molti, e ci scusiamo in anticipo se non li abbiamo inclusi tutti.

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