Il 2020 si preannuncia un anno davvero importante per le mire della nostra specie nell’esplorazione marziana. Grazie all’incremento costante delle risorse investite sulle scoperte nell’ambito del pianeta rosso, l’approdo dell’uomo sulla superficie di Marte sta diventando una prospettiva sempre più vicina e meno fantascientifica.

Negli ultimi anni, inoltre, la quantità di informazioni prelevate dai rover e dalle sonde in esplorazione sul pianeta è aumentata esponenzialmente, permettendoci di conoscere molto meglio le sue caratteristiche.

La sonda Insight, in particolare, sta fornendo moltissimi dati tramite il SEIS (Seismic Experiment for Interior Structure). Si sta andando ad esplorare in questo momento l’attività geosismica del pianeta, cercando di individuare la natura e le cause scatenanti dei cosiddetti “Martemoti”, i terremoti marziani.

Marte, il SEIS rileva i primi martemoti

La notizia è stata diffusa a seguito di due scosse di terremoto, rilevate a maggio e a luglio. La regione interessata corrisponde alla Cerberus Fossae, un’area non distante dall’equatore marziano, che sembrerebbe possedere la più forte attività sismica che sia stata rilevata sul pianeta sino ad oggi. Le due scosse, rispettivamente di magnitudo 3 e 4, hanno allertato gli scienziati e li hanno fatti restare incollati agli schermi per giorni ad elaborarne i dati.

Il 2019 è stato il primo anno di lavoro della sonda Insight sul pianeta. Dopo aver raggiunto Marte nel 2018, ha dovuto affrontare diversi mesi di test e sperimentazioni prima di diventare operativa a tutti gli effetti. Il suo contributo sarà fondamentale per comprendere meglio il funzionamento del pianeta rosso, e i prossimi anni porteranno sicuramente moltissime informazioni nuove per prepararci al landing marziano.

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