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Niente da fare. Gli Stati Uniti ce l’hanno pesantemente nei confronti di Huawei, non riesce a fidarsi. Se da un lato diverse compagnie come Microsoft hanno ottenuto l’autorizzazione di poter tornare a commerciare con alcune delle compagnie cinesi inserite nella lista nera, anche con il colosso cinese, Google no. Questo vuol dire niente licenza Android e niente servizi mobile per gli smartphone in questione, ma da questo punto di vista, il CEO e fondatore Ren Zhengfei non sembra essere preoccupato.

Huawei ha un piano B. Qual è? Ovvio, la creazione di un ecosistema in grado di far impallidire quello attualmente presente su Android. Le sue esatte parole sono state: “Credo che potremo costruire il nostro ecosistema globale nei prossimi due o tre anni. Se gli Stati Uniti non consentono alle proprie aziende tecnologiche di fornirci prodotti, abbiamo altre opzioni. Se queste opzioni diventano mature e stabili, non penso che probabilmente collaboreremo con gli Stati Uniti più aziende“.

 

L’alternativa di Huawei

Quella che attualmente definiamo alternativa presto potrebbe diventare l’univa via. Huawei ha fatto molto nell’ultimo periodo per raggiungere un certa autonomia e l’ultima serie principale rilasciata sul mercato ne è un ottimo esempio. I Mate 30 sono stati prodotti senza alcun componente prodotto negli Stati Uniti.

Grazie agli sforzi degli sviluppatori, il prossimo passo potrebbe essere quello di non usare neanche i software sviluppati in America. Un passo in merito riguarda gli sforzi per la creazione dei servizi mobile propri. Questi andranno a sostituire quelli di Google, ma non il sistema operativo che continua essere Android.

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