Il primo assistente astronauta alimentato dall’IA al mondo è tornato alla Stazione Spaziale Internazionale in maniera decisamente più empatica.

Dopo una missione cosmica di 14 mesi di successo (e un breve viaggio verso la Terra), CIMON-2 è tornato sul satellite artificiale con una maggiore capacità di analizzare le emozioni umane.

Un progetto congiunto di IBM, Airbus e German Aerospace Center (DLR), CIMON-2 ha catturato un razzo SpaceX dal Kennedy Space Center il 4 dicembre.

Con una combinazione di IBM Watson AI, connettività cloud e formazione sulla rete neurale, Crew Interactive Mobile Companion può aiutare a completare attività di routine e progetti di ricerca.

 

CIMON-2: come funziona il nuovo robot intelligente

Circa le dimensioni di una palla medica, il robot galleggiante a comando vocale funziona con un sorriso sulla sua faccia digitale, visualizzando istruzioni e registrando immagini durante un esperimento.

Può anche riconoscere, imparare e ossessionare i membri dell’equipaggio attraverso il linguaggio naturale; offrire soluzioni creative a sfide difficili e persino servire come guardia di sicurezza, notando potenziali problemi prima che diventino pericolosi.

Durante la sua operazione iniziale – una missione di 90 minuti con il cosmonauta tedesco dell’ESA Alexander Gerst nel novembre 2018 – il robot ha dimostrato di funzionare bene nella microgravità e di interagire con successo con gli scienziati.

Il CIMON-2 migliorato viene fornito con microfoni più sensibili, computer più robusti e la tecnologia IBM Watson Tone Analyzer, che utilizza l’analisi linguistica per rilevare le emozioni nel tono di una conversazione.

Si prevede che CIMON-2 rimarrà sull’ISS per un massimo di tre anni e supporterà l’equipaggio“, ha dichiarato il responsabile del progetto Airbus Till Eisenberg in una nota.

Nel frattempo, le questioni etiche riguardanti l’uso futuro di CIMON sono sotto il controllo dei medici dell’Università Ludwig-Maximilians (LMU) di Monaco.

Poiché le immagini e l’audio umani sono registrati, elaborati e interpretati dalla macchina, sono necessari elevati standard di sicurezza dei dati, nonché fiducia.

L’astronauta ha sempre il controllo su CIMON”, ha detto il ricercatore della LMU Judith Buchheim a settembre, “che è stato particolarmente importante per noi”.

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