La polizia scozzese ha incominciato ad usare il remotely-piloted aircraft system (RPAS), per individuare da distanza, fino a 150 metri, una persona mediante riconoscimento facciale.

Il sistema, dotato di avanzate telecamere e reti di computer neurali, può infatti individuare una persona, anche movimento, riconoscendone i lineamenti del volto e comparandoli con le immagini presenti in un database.

In Scozia i droni per trovare i dispersi: la nuova frontiera per la ricerca

Al momento questo sistema viene utilizzato per cercare persone scomparse o in ogni caso persone che abbiano bisogno di un aiuto o disperse.
I dati raccolti dai droni vengono elaborati in tempo reale e una software di riconoscimento, eseguito da remoto, può distinguere qualsiasi cosa, in questo caso incentrato sui volti umani.

I responsabili hanno impiegato centinaia di ore di riprese effettuate dagli stessi agenti di polizia in diversi contesti, posizioni e situazioni. Inoltre lo stesso software non richiede sofisticati super computer. Il sistema richiede solamente due agenti di polizia per gestire un singolo drone, uno per pilotarlo e l’altro per usare il software di riconoscimento.

Al momento i vertici della politica scozzese hanno distribuito solamente tre droni che sono utilizzati in tutta la Scozia e il lancio formale di questo sistema avverrà questo giovedì.

Naturalmente una tecnologia di tale importanza, con queste caratteristiche, solleva preoccupazione per quanto riguarda tutte le questioni legate alla privacy e alle libertà civili ma gli stessi vertici scozzesi affermano che non si tratta di un drone spia ma solo di uno strumento di polizia che serve per aiutare e per trovare le persone disperse.

 

VIArepubblica
Articolo precedenteRadioattività: inventati dei micro robot mangia radiazioni
Articolo successivoEnea e il robot con AI che mette uno stop alle bollette elevate