Una carta d’identità necessaria per iscriversi ai social network ed ai servizi online è la richiesta scritta nel disegno di legge presentato al Senato ad ottobre, firmato dai senatori Malan, Damina, Vitali, Aimi, Floris, Pagano, Cangini, Giammanco. La proposta modifica il decreto legislativo n. 70 del 9 aprile 2003 dalla titolazione “Attuazione della direttiva 2000/31/CE relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell’informazione nel mercato interno, con particolare riferimento al commercio elettronico”.

Carta di identità per i social: l’idea che si spera non venga applicata

L’idea di rendere obbligatoria la carta di identità per aprire profili social sembra per tantissimi utenti (e non) molto inutile. Perché? Oggi non si vive più nell’anonimato online. Nel momento in cui si decide di navigare in rete si viene identificati da un indirizzo IP, così le forze dell’ordine sanno dove eventualmente intervenire in caso di un problema. Ma le risposte a questo problema sono presenti anche per motivi pratici: i social avrebbero così a disposizione un grande archivio con dati sensibili come le copie delle carte d’identità di ogni iscritto, il che andrebbe oltre la privacy delineata nei social stessi.

Bisogna pensare che gli hater non sono anonimi ma hanno un nome e un cognome, anche se molto spesso falso e questo spingerebbe loro a creare in continuazione account non veri, allargando il problema che già sussiste. Il web è nato come spazio libero e così deve rimanere sperando nella sincerità dell’utente di non creare fake news e profili falsi spesso utilizzati anche per essere collegati ad account reali per fare parte del giro dei bot.

 

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