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Paradossalmente, con gli smartphone di ultima generazione possiamo diventare tutti esperti di fotografia, grazie agli algoritmi delle intelligenze artificiali che in un attimo aggiustano l’immagine nella migliore condizione possibile.

Siamo ormai talmente dipendenti da questi algoritmi che nell’ambiente si torna a parlare di “fotografia computazionale”, un termine che si può considerare già fuori moda ma che rispecchia l’incidenza progressivamente più forte che ogni generazione di smartphone pone sugli scatti.

Ad esempio, l’ultimo ritrovato in materia è stato introdotto da Apple iPhone 11: in pratica la resa finale di ogni foto è in realtà il collage di tanti scatti ottenuti con esposizioni diverse. Un approccio simile, seppur con le dovute differenze, che abbiamo già avuto modo di vedere nel Google Pixel 3, che si è rinnovato nell’attuale Pixel 4.

 

Fotografia e smartphone: come funziona l’intelligenza artificiale

La fotografia computazionale trova la sua migliore espressione nelle macchine reflex, ma diventa fondamentale negli smartphone soprattutto per il fatto che il sensore è molto più piccolo. Generalmente i top di gamma sono dotati di un chip dedicato all’AI e un neural engine per il machine learning. Sebbene più o meno questi tipo di software sono presenti su tutti gli smartphone, interventi più spinti dell’algoritmo necessitano di un hardware molto performante.

Una delle funzioni più utilizzate nelle foto è l’HDR, ovvero lo strumento che affronta il problema della luminosità scattando due o più foto a diversi livelli di luce per poi mettere insieme le immagini in un solo scatto. La conquista del massimo dettaglio nei punti luminosi e oscuri è migliorata tramite la scene detection, dove l’AI adatta in automatico i bilanciamenti e la luminosità. Se si tratta di un volto, può anche migliorare qualche tratto come rendere più liscia la pelle.

Oltre alle innumerevoli modalità di scatto, un’altra conquista dell’era smartphone è stata la modalità ritratto, la quale sfrutta l’AI per riconoscere i contorni di un volto mettendolo bene a fuoco e sfocando il background (altrimenti conosciuto come effetto bokeh).

Nel futuro ci aspettiamo di assistere ad altri mirabolanti migliorie nel mondo della fotografia da smartphone. Man mano che le intelligenze artificiali saranno più complesse,
potranno adattare le foto secondo i gusti dell’utente e potranno interagire in sinergia con tutti i sensori del device.

Una frontiera da esplorare è la realtà aumentata e virtuale applicata alla fotografia per creare contenuti 3D alla portata di tutti. Perciò le future fotocamere, oltre che a riprodurre copie abbellite del mondo che ci circonda, potranno scattare anche foto 3D per immergersi quasi fisicamente all’interno di ciò che abbiamo immortalato.

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