Il più importante documento di riconoscimento italiano ha da qualche mese cambiato veste, diventando digitale.

La Carta d’Identità Elettronica (CIE) sta man mano sostituendo la vecchia modalità di autenticazione, che era soggetta di per sé a diverse problematiche. Non solo dal punto di vista della più facile falsificazione di documenti: la vecchia carta d’identità era intrinsecamente più incline ad usurarsi, non consentendo così – dopo diversi anni – la corretta lettura delle informazioni ivi riportate. Inoltre, questo implicava che la si dovesse necessariamente rinnovare più frequentemente, il che costituiva un dispendio di denaro sia per il cittadino che per lo Stato.

Da oggi invece, con la nuova CIE, molte di queste problematiche saranno superate. Naturalmente avere un documento in formato elettronico, così come avviene già per altri documenti simili, implica un rischio maggiore dal punto di vista della sicurezza dei dati ivi contenuti. Una delle principali obiezioni alla sua introduzione, infatti, riguardava proprio lo stoccaggio e l’archiviazione di informazioni tanto sensibili quanto possono esserlo i dati privati ma soprattutto l’impronta digitale.

Carta d’Identità Elettronica: il nuovo documento di riconoscimento è stato già distribuito a molti cittadini

La questione “sicurezza” è stata risolta facendo in modo che le credenziali non fossero mai archiviate nel singolo ufficio dove la pratica prende avvio, bensì venissero trasmesse direttamente alla banca dati statale, per l’archiviazione definitiva.

Questo ha implementato la garanzia di sicurezza delle informazioni, dal momento che un attacco ai sistemi informatici statali sarebbe molto meno probabile e semplice rispetto ad un attacco rivolto ai singoli uffici anagrafe.

In breve tempo, dunque, moltissimi cittadini hanno dovuto rinnovare la propria CI sostituendola con il suo formato digitale. Inizialmente si sono avute difficoltà con alcune carte i cui chip non risultavano funzionanti correttamente, ma dopo aver risolto anche questa criticità, vi è la garanzia di utilizzare uno strumento decisamente più congruo alle rinnovate esigenze in materia di falsificazione dei documenti e digitalizzazione delle informazioni.

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