supervulcani

Negli ultimi mesi non si fa altro che parlare di apocalisse, fine del mondo e profezie varie; purtroppo, sono gli argomenti principali perché tanti fattori ambientali fanno pensare ad una fine molto vicina: surriscaldamento, inquinamento, scioglimento dei ghiacciai e tanto altro.
In rete ci sono tante notizie a riguardo ma non sempre sono veritiere e alcune, infatti, sono le famose bufale che girano nel web per scatenare agitazione e timore.

Nei giorni scorsi invece, ha attirato l’attenzione di molti utenti uno scenario apocalittico molto intrigante diverso da tutte le profezie che girano in rete; si tratta di alcuni risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori sui supervulcani nel modo.

Un nuovo studio sui supervulcani: ecco cosa rivelano i risultati

Alcuni ricercatori provenienti dall’Arizona State University hanno analizzato alcuni supervulcani nel mondo per scoprirne la loro pericolosità.
A coordinare tutto il team è la dottoressa Hannah Shamloo e grazie ad un lavoro di squadra sono riusciti ad analizzare alcuni minerali provenienti dal famoso vulcano di Yellowstone; uno dei supervulcani che si trova negli Stati Uniti d’America e vanta l’estensione di 55 per 72 chilometri, una profondità di quasi 14 chilometri e la sua ultima eruzione risale a 70.000 anni fa.

A quanto pare, la preoccupazione principale del team sta nello stato del vulcano perché passa da dormiente ad attivo in un attimo. Secondo i risultati, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche:

  • Il Nord-America potrebbe estinguersi in un attimo;
  • Gran parte della popolazione mondiale, invece, potrebbe morire all’istante in seguito a l’esalazione di gas tossici generate dall’eruzione.
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