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Il nostro paese è in testa all’Europa per evasione fiscale, e visto il definitivo congelamento del redditometro attuato con del Decreto Dignità le cose potrebbero addirittura peggiorare. Il virtuosismo venuto a crearsi in Italia termina quindi sul nascere, le dichiarazioni che potranno essere controllate con valenza legale si fermeranno infatti al 2016.

Tutte le eventuali “incongruenze” registrate dopo tale data non avranno più alcuna valenza legale e potranno eventualmente essere impugnate in un’aula di tribunale. Con il potente algoritmo ormai fuori uso gli evasori avranno vita facile e non incontreranno alcun problema nel continuare le loro malefatte.

Dobbiamo quindi dire definitivamente addio al controllo tra tenore di vita e quando effettivamente guadagnato dal contribuente che d’ora in poi sarà in grado di fare affidamento anche su fonti di reddito illegali e non registrate.

Evasione fiscale: ecco perché lo Stato avrà più ostacoli

Il redditometro aveva un funzionamento molto semplice ed efficace per combattere l’evasione fiscale. Attraverso il confronto tra la dichiarazione dei redditi ed il tenore di vita del contribuente si poteva infatti sgominare ogni tipo di attività illecita. Qualora infatti lo scostamento fosse stato superiore al 20% la macchina del Fisco sarebbe intervenuta immediatamente.

Purtroppo però il virtuosismo è finito e l’algoritmo dell’Agenzia delle Entrate dovrà limitarsi a controllare tutto ciò che è avvenuto precedentemente al 2016. In caso contrario ogni eventuale sentenza sarebbe priva di valenza e completamente impugnabile in un tribunale.

Nonostante gli sforzi per la riattivazione da parte dell’Agenzia, sembrerebbe che almeno al momento non ci sia nulla da fare, il redditometro rimarrà congelato secondo le modalità riportate poco fa. Non ci resta che attendere sviluppi futuri per capire quale sarà il destino della lotta all’evasione nel nostro paese.

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