Se fino a qualche decennio fa parlare di teletrasporto sembrava possibile solo in riferimento a film di fantascienza, oggi il teletrasporto è realtà.

Lo zampino ce l’ha messo sempre Einstein, che con lo studio delle particelle ha aperto una nuova era della fisica, che ancora oggi stiamo esplorando. D’altra parte, è grazie ai suoi dubbi e alle sue perplessità riguardo al comportamento di alcune manifestazioni dell’energia che attualmente disponiamo delle conoscenze per riferire sul teletrasporto.

Infatti, Einstein riteneva inizialmente che, una volta scissa una particella o una certa quota di energia (ad esempio un fotone) in due parti distinte e separate, spedendole in direzioni completamente diverse, esse sarebbero state influenzate esclusivamente dagli eventi del tutto casuali a cui andavano incontro nel loro percorso.

In realtà, fu lui stesso a doversi ricredere, rilevando che le due parti “figlie” continuavano a influenzarsi a vicenda anche a milioni di km di distanza. Una modifica o una sollecitazione su una delle due parti determinava la medesima modifica anche sull’altra. Aveva scoperto il fenomeno dell’entanglement.

Einstein pone le basi per il teletrasporto: ecco perché è importante ai giorni nostri

La questione potrebbe sembrare di poco conto, dal momento che si parla ancora di teletrasporto quantistico a livello subatomico. Quindi nulla che possa anche solo lontanamente essere simile al teletrasporto di Star Trek o alle teorie fantascientifiche di alcuni film cult.

Eppure la scoperta di questo fenomeno ha consentito la creazione di computer quantici, che viaggiano ad una velocità estremamente superiore rispetto a qualunque altro dispositivo, e sfruttano proprio il principio dell’entanglement.

Approfondire le conoscenze su questo tema consentirà di raggiungere velocità ancor più elevate e sicure, che gioveranno alla vita di tutti noi.

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