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Ford nel 1950 aveva ipotizzato una vettura totalmente alimentata ad energia nucleare. Un concept molto particolare e all’avanguardia per l’epoca. Stiamo parlando di quasi 70 anni fa per un auto che sembra esser uscita da un fumetto. Il prototipo si chiamava Nucleon e in quegli anni fece scalpore per l’originalità del sistema di alimentazione.

Ad oggi un progetto di questo tipo potrebbe essere riconsiderato, a causa del prossimo esaurimento delle fonti per alimentare le vetture e dei combustibili fossili. Per tale motivo le aziende automobilistiche mondiali investono in forme di energia rinnovabili, ecologiche ed ecosostenibili come il gas e l’energia elettrica.

Auto alimentata ad energia nucleare: Ford ci ha provato con la Nucleon nel 1950

Ford presentò la Nucleon al mondo negli anni 50; di fatto il progetto della casa automobilistica americana prevedeva l’uso di un reattore nucleare al posto del classico motore. Tuttavia il progetto, per ovvi motivi, non prese mai piede.

Il concept ha linee sinuose e vantava il reattore posto nella parte posteriore della vettura, mentre l’abitacolo di dimensioni contenute avrebbe ospitato una o due persone. Ovviamente parliamo di una macchine senza motore e quindi la parte anteriore sarebbe rimasta vuota.

Nucleon presentava quindi un progetto per l’epoca molto innovativo. L’auto si sarebbe alimentata dal movimento di due turbine, tenute in stato di moto grazie alla trasformazione dell’acqua dallo stato liquido allo stato gassoso. Inoltre queste, avrebbero alimentato un motore elettrico posto all’interno. Ogni capsula avrebbe permesso 8000 km di autonomia e la sostituzione dell’impianto sarebbe avvenuta in centri adibiti all’uopo.

Com’è ovvio che sia, il veicolo andava schermato e tale sistema rendeva la macchina troppo pesante. Senza contare che il livello di sicurezza dell’impianto non era particolarmente elevato, e ciò spaventava le persone dell’epoca.

Adesso però, con lo sviluppo tecnologico attuale, e la necessità di trovare sempre nuove forme per l’alimentazione dei veicoli, chissà se tale progetto non possa venire rivalutato in chiave 2.0.

FONTEmotori.corriere.it
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