Nel corso dei secoli, poche cose hanno affascinato l’uomo quanto la possibilità di conoscere cosa ci fosse al di fuori del proprio grande, ma così piccolo, mondo. Esplorare i misteri del cosmo, infatti, è stata tra le più grandi ambizioni della nostra specie sin da quando l’uomo ha cominciato a porsi domande riguardo ciò che vedeva al di sopra del proprio capo, ammirando il cielo. Cosa fosse quella palla di luce che ogni giorno si levava a scaldarlo e a schiarire la buia notte, cosa fosse quella figura rotonda e pallida che troneggiava nel cielo e rendeva l’oscurità meno paurosa.

Altri elementi che hanno catturato l’attenzione dell’uomo sono stati quei corpi celesti che sembravano muoversi proprio in direzione della Terra. Spaventati dalle possibili conseguenze di questo avvicinamento, da sempre l’uomo si è domandato da dove provenissero e perché viaggiassero in nostra direzione, causando talvolta disastri e formazioni di crateri enormi.

QV89 e Apophis: tanto allarmismo per nulla

Tra gli argomenti più dibattuti dell’ultimo periodo, a conferma di questa tendenza sempre presente nell’animo umano, vi è proprio il possibile impatto di due asteroidi sul suolo terrestre. Questo timore, derivante dal passaggio ravvicinato, in realtà appare infondato per una serie di motivi.

Anzitutto, la traiettoria di QV89 vedrà il suo passaggio a milioni di km dalla Terra, con una probabilità di impatto pari allo 0,14%. In secondo luogo, se pure l’asteroide per qualche motivo dovesse puntare in nostra direzione, sarebbe solo momentaneo, perché la NASA metterà rapidamente in campo dei razzi che possano puntare in direzione del corpo celeste e distruggerlo prima del potenziale impatto.

Lo stesso discorso è riservato all’asteroide Apophis, per il cui passaggio bisognerà attendere ancora un po’ di anni.

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