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Uno de più grandi polo di IPTV italiana a basso costo, ZSat, è stata smantellata con una operazione coordinata dalla Procura di Palermo e dalla Polizia Postale. Scoperta una sede operativa a Palermo in casa di un 35enne, il quale gestiva la truffa ai danni di SKY Italia tramite 57 decoder con abbonamenti regolari usati per veicolare i canali in tutta Italia sulla rete internet.

Nell’appartamento del truffatore c’erano anche lingotti d’oro, due wallet con grossi volumi di criptovalute e quasi duecento mila euro i contanti, a fronte di un miliardo di euro all’anno di danni che le pay TV italiane perdono nel pagare regolarmente i diritti. L’uomo dovrà rispondere al giudice del reato di violazione del diritto d’autore, rischiando sanzioni pecuniarie forti e diversi anni di carcere.

 

IPTV: ZSat è stata chiusa e gli 11000 clienti rischiano il carcere

La Polizia Postale però ha affermato di poter risalire agli 11.000 clienti di ZSat che hanno scelto di vedere la pay TV violando la legge. Chi ha pagato pochi euro per vedere SKY senza regolare abbonamento, potrebbe fare la stessa fine del criminale 35enne. subire un processo. Ad oggi non c’è un processo che fa da precedente in materia, ma è stato dibattuto un comportamento simile, ovvero il card sharing, condannato duramente dalla Cassazione nel 2017.

Ora di quegli 11.000 clienti di ZSat, quanti ne verranno identificati potrebbero subire un processo simile. Sebbene sarebbe la prima volta, forse una sentenza aspra contro i furbetti che concorrono ad alimentare queste IPTV illegali potrebbe sgonfiare il mercato nero. Un giro d’affari che, come detto, costa alle compagnie di Broadcasting oltre un miliardo di euro l’anno.

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