I tre colossi del gaming, Sony, Microsoft e Nintendo, hanno deciso di unire le loro forze per cercare di indurre l’amministrazione Trump a cambiare idea circa i dazi sui beni importati dalla Cina, spiegando quanto un provvedimento del genere possa provocare conseguenze drammatiche tanto sui consumatori che sulle aziende.

Le tre aziende hanno infatti inviato una lettera congiunta al Rappresentate per il Commercio degli Stati Uniti d’America in cui viene chiesta la revisione della proposta, che se approvata porterebbe a un aumento del 25% sul prezzo finale delle console.

Sony, Microsoft e Nintendo contro Trump: no ai dazi sulle console

“La catena di distribuzione delle console si è sviluppata in Cina dopo anni di investimenti promossi dalle nostre aziende e dai nostri partner. Spostare l’intera fornitura negli Stati Uniti o in un qualsiasi altro paese terzo, causerebbe seri problemi alla filiera e incrementerebbe i costi di prodotti già oggi realizzati con scarsi margini“, si legge nella lettera.

Più del 90% delle console importate dagli Stati Uniti, infatti, sono assemblate in Cina, e queste includono componendi realizzati e forniti da più aziende in tutto il mondo. Cambiare anche un solo tassello del gigantesco puzzle sarebbe impensabile e minerebbe la qualità della console stessa.

“La sostituzione anche di un solo fornitore deve essere profondamente esaminata per ridurre i rischi sulla qualità del prodotto e scongiurare pericoli per la sicurezza del consumatore. I dazi interromperebbero gli affari delle nostre aziende e incrementerebbero così tanto i prezzi al punto tale da condizionare negativamente le vendite di console, videogiochi e servizi che sono a capo della redditività di questo particolare settore di mercato”, spiegano Sony, Microsoft e Nintendo.

Insomma, con questa lettera le tre aziende puntano a convincere il Governo statunitense a fare in modo che, almeno le console, vengano esclusi da tutta quella serie di prodotti sui quali imporre i dazi. Ci riusciranno?

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