5G radiazioni causeranno estinzione uomo

All’inizio del prossimo anno, la tecnologia 5G farà il suo ingresso sul mercato, e già la frenesia del suo arrivo sta coinvolgendo quasi la totalità dei settori tecnologici.

Il 5G rivoluzionerà tantissimi comparti, dai più vicini alla quotidianità individuale a quelli apparentemente più distanti, che comprendono i settori industriali, la smart security e la possibilità di guidare intere filiere produttive e di trasporto in remoto.

A fronte di una trasformazione così radicale, che però potrebbe determinare anche una serie di pericoli da non sottovalutare – come sostengono alcuni scienziati, tra cui Martin Pall – è naturale pensare che l’infrastruttura a supporto di questa connessione non possa essere equivalente a quella utilizzata per il 4G. E’ necessario infatti potenziarla e renderla adatta a enormi volumi di traffico dati.

Per questo motivo, il capitale investito in questi miglioramenti è stato finora estremamente corposo. Basti pensare che le società di telecomunicazioni Tim, Vodafone, Wind-Tre, Iliad e Fastweb hanno speso complessivamente 6,5 miliardi nella sola asta per l’assegnazione delle frequenze. Di questi, 2,3 miliardi ciascuno sono stati investiti dalle sole Tim e Vodafone, mentre Fastweb risulta il fanalino di coda (perché può contare su una parte dell’infrastruttura Tiscali).

L’improvvisa diminuzione dei guadagni e le conseguenze sul 5G

Oltre a questa ingente spesa, il 2018 è stato un anno difficile per gli operatori “storici” sul territorio italiano, impegnati contemporaneamente nel fronte 5G e nell’arginare l’avanzata della compagnia francese Iliad. La società di Xavier Niels ha infatto ingaggiato una lotta con i gestori nostrani per la corsa al low-cost, che ha provocato un’emorragia di clienti da Tim, Vodafone e Wind-Tre.

Gli operatori hanno quindi cercato di adeguare la propria offerta a quella del diretto competitor, ma questo ha comportato un notevole abbassamento dell’indice ARPU (che monitora il guadagno medio per utente).

Le ragioni appena esposte potrebbero rivelarsi sufficienti perché gli operatori possano giustificare un eventuale aumento dei costi per usufruire del 5G. Già di per sé la media mondiale dei prezzi non sarà modica – si parla di bundle che partono da una trentina di euro – ma nel caso dell’Italia potrebbero rivelarsi persino più alti, attestandosi su tariffe da 40/50 euro mensili.

In attesa di conferme, non possiamo che goderci il rilascio dei primi dispositivi capaci di supportare la connessione 5G, a partire dal nuovissimo Samsung Galaxy S10 5G

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