I lavori per la connessione 5G sono attualmente in corso, e determineranno la creazione di una rete estremamente futuristica che vedrà protagonista l’individuo nella sua interezza. Ogni azione quotidiana sarà accompagnata da una diretta o indiretta fruizione della rete 5G, le cui applicazioni andranno dalla cyber security al modello delle smart cities, dall’IoT all’utilizzo in intere filiere industriali.

Certo, il 5G non riuscirà a sostituire del tutto il Wi-Fi, ma già da solo costituirà una vera e propria rivoluzione nel campo delle telecomunicazioni.

D’altra parte, una rete così potente e capace di dar vita ad un’impalcatura così ampia di possibilità non può che essere soggetta a rischi materiali, come ad esempio l’eccessiva emissione di radiazioni da parte delle infrastrutture a sostegno della nuova tecnologia.

E non è il primo venuto ad aver lanciato l’allarme: si tratta infatti di Martin Pall, docente emerito presso la Washington State University e capo di numerosi progetti in cui si esploravano i rischi derivanti dall’esposizione alle radiazioni.

Questo pericolo a cui la razza umana verrà esposta d’ora innanzi, secondo Pall, porterà all’estinzione della nostra specie nel giro di pochi anni.

Estinzione per il 5G: profezia o lucida previsione?

Sicuramente la sua affermazione non va intesa alla lettera, come un terminus post quem, oltre il quale ci si deve ritenere salvi e immuni agli effetti indicati dal ricercatore: la dichiarazione va intesa come grido di allarme per un progresso tecnologico che sempre meno asseconda i bisogni fisiologici dell’essere umano.

Il rischio a cui si va incontro è la possibile sterilità e la nascita di feti con malformazioni più o meno gravi: gli stessi evidenziati a seguito dei disastri nucleari a cui si è assistito in passato. Sarebbe quindi opportuno soffermarsi a riflettere e cercare di scendere in campo per arginare la diffusione di tecnologie che non rispettino i bisogni biologici dell’uomo.

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