Il WPA3-Personal, ovvero la terza versione del protocollo di sicurezza Wi-Fi Protected Access (quello che, tra l’altro, gestisce anche l’autenticazione tramite password alle reti senza fili), presenta delle vulnerabilità che lo rendono poco sicuro.

A scoprirlo sono stati due ricercatori universitari che, qualche giorno fa, hanno individuato ben cinque diverse vulnerabilità che, se sfruttate, consentono ai criminali informatici di rubare le password ed i dati degli utenti vittime dell’attacco.

Le rerti Wi-Fi sono sotto attacco, ecco le vulnerabilità che le rendono poco sicure

Le vulnerabilità individuate da Mathy Vanhoef e Eyal Ronen, i due ricercatori universitari, sono state ribattezzate Dragonblood e consentirebbero di realizzare diverse tipologie di attacco.

Anzitutto, l’attacco Denial of Service che, tra gli altri, è quello meno pericoloso. Questo consiste in un bombardamento di richieste di accesso ai modem router fino a mandarli in crisi. Un attacco che, quindi, mira a mandare in tilt la rete, ma non provocherebbe alcuna fuga di dati.

Più pericolosi, invece, sono gli attacchi downgrade. Questi, infatti, sfrutterebbero una falla nel meccanismo di scambio delle password dello standard WPA3 attraverso il quale i dispositivi degli utenti vengono autenticati ad un router o ad un access point, e consentirebbero agli hacker di violare tale sistema di scambio.

Gli attacchi side-channel sono altrettanto pericolosi: questi permettono di recuperare parte della chiave di rete o addirittura l’intera password, se ripetuti in un breve lasso di tempo. I ricercatori hanno tra l’altro precisato che le vulnerabilità Dragonblood non interesserebbe il solo protocollo WPA3, ma anche quello AEP, ovvero il protocollo utilizzato dagli standard precedenti.

La Wi-Fi Alliance ha comunque già rilasciato una patch che verrà poi distribuita dai produttori di router per chiudere le falle individuate.

 

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