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Ogni anno, nella notte compresa tra l’ultimo sabato e l’ultima domenica del mese di marzo, si è abituati a modificare l’orario, passando dall’ora solare all’ora legale; al contrario, invece, nell’ultimo weekend di ottobre si shifta dall’ora legale all’ora solare.

Il Parlamento Europeo ha recentemente votato al fine di decidere se abolire questi cambiamenti ormai abituali di orario oppure se conservarli: il risultato si è dimostrato a favore della soppressione. Si pensava, inizialmente, che questa legge entrasse in vigore sin dall’anno corrente (2019), ma ne è stata rimandata la messa in atto al 2021.

L’abolizione è una conseguenza di due studi rilevanti: il primo si basa sull’idea che il consumo di energia elettrica sia rilevante per ogni Stato e, quindi, ognuno dovrebbe poter seguire l’orologio che predispone il Paese al minor consumo di elettricità; il secondo trova fondamento a livello sanitario e psicologico, notando che il cambio dell’ora ha impatti negativi sugli individui. Inoltre, nel corso del 2018, ossia quando si è iniziato a discutere circa questo argomento, è stato proposto un sondaggio rivolto agli italiani, che potevano esprimere il proprio parere: nel corso di circa un mese, sono state accumulate quasi 5 milioni di risposte, con un consenso all’eliminazione del passaggio da ora solare ad ora legale (e viceversa) dell’84%.

Nonostante questi dati, ogni Paese europeo conserva il diritto di scegliere quale ora mantenere: quindi, ogni Stato ha la possibilità di usufruire dell’ora solare per 12 mesi all’anno oppure di optare per quella legale. L’unico punto fermo si ritrova nel fatto che tutti abbiano l’obbligo di prediligere l’una o l’altra alternativa. Anche in merito a ciò, sono stati proposti sondaggi che, però, hanno ottenuto risultati molto meno radicali: poco più della metà dei votanti opterebbe per l’ora solare.

 

Ora legale e ora solare: cosa succederà nei prossimi anni

La nuova normativa, comunque, suggerisce all’intera Europa di non scegliere in maniera totalmente arbitraria, ma di considerare i problemi che originerebbero dalla non più presente omogeneità a livello europeo degli orari, che ora è solo in parte presente a causa del fuso. Questo avrebbe, infatti, evidenti ripercussioni su coloro che viaggiano per vacanze e, soprattutto, per lavoro. La nuova direttiva europea è certamente basata sulla speranza che porti con sé dei risvolti positivi per il continente e, per questo motivo, le libertà decisionali proprie dei diversi Stati devono essere considerate come delle responsabilità che potrebbero provocare problemi rilevanti per chi molto frequentemente ha il dovere di spostarsi da un Paese all’altro.

Il motivo di questa proposta di legge si ritrova nelle esigenze degli Stati dell’Europa settentrionale, dove l’ora legale non porta benefici come nel Sud. Infatti, mentre in Paesi come l’Italia essa conduce ad un allungamento delle giornate, nel Nord ciò non avviene in maniera significativa.

Per quanto riguarda l’Italia, essa trarrebbe enormi vantaggi dalla scelta di una continua ora legale, che determinerebbe una diminuzione complessiva dell’energia elettrica utilizzata: questa cosa, infatti, è già evidente nei mesi estivi, in cui si limitano enormemente le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera grazie a questo escamotage.

Questa modifica potrebbe provocare problemi agli smartphone e anche a vari prodotti di elettronica i quali si aggiorneranno con le vecchie regole. Le stesse aziende costruttrici di smartphone sarebbero già a lavoro per risolvere questo gravoso problema. La cosa riguarderà anche i sistemi operativi come Android, iOS e Windows.

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