Postepay è la carta prepagata del circuito Poste Italiane. Se pure il phishing e le truffe intentate su una prepagata, dunque, siano meno gravi che se avvenissero su una carta di credito (dove solitamente le somme di denaro depositate sono più ingenti), restano comunque estorsioni fraudolente che, per quanto possibile, vanno riconosciute ed evitate.

Vi sono diversi metodi per portare avanti delle truffe sulla Postepay, alcuni più o meno efficaci a seconda dell’utilizzo che se ne fa e della frequenza con cui si controlla il saldo (e il relativo estratto conto con la lista movimenti della carta).

I metodi per raggirare i clienti Postepay e come riconoscerli

Un primo modo, anche se più indiretto, prevede tentativi di phishing attraverso le caselle mail. L’ignara vittima si trova a ricevere una notifica in cui viene avvisato, ad esempio, dell’inattivazione della carta o dell’impossibilità di accreditare un pagamento. Queste procedure, a detta della mail, possono essere sbloccate solamente fornendo i dati di autenticazione della carta, cliccando su un link in allegato che reindirizza verso una pagina di login esattamente identica a quella del servizio Poste di riferimento.

Grazie ai dati inseriti dalla vittima sarà possibile, per gli hacker, sfruttare le coordinate per effettuare pagamenti, prelievi o altri movimenti sul conto Postepay, senza che il possessore ne sia al corrente.

In questi casi bisogna evitare sempre di cliccare su link sospetti e inserire dati sulle pagine a cui si è reindirizzati: è importante ricordare che i servizi bancari, Postepay inclusa, non utilizzano mai la mail come modalità di notifica per questo genere di avvisi.

Hacker molto esperti, inoltre, potrebbero tentare di clonare la carta, venendo ad esempio a conoscenza del numero identificativo sul fronte, del CVV retrostante, della data di scadenza e del nome dell’intestatario. Pur non potendo accedere all’internet banking, avrebbero tutte le carte in regola per effettuare pagamenti tramite quella carta, come anche acquisti sui siti di e-commerce e ricariche telefoniche.

Fortunatamente in questi casi esiste il cosiddetto “Chargeback”, un servizio offerto da Postepay per contrastare questo genere di truffe e risarcire le vittime che presentino, entro 60 giorni e con adeguata documentazione, denuncia dell’illecito presso le autorità competenti.

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