Il 5G rivoluzionerà letteralmente il modo che abbiamo di percepire il nostro rapporto con gli strumenti elettronici. Questo dipenderà dal fatto che il 5G sarà la prima connessione a supportare, effettivamente, il cosiddetto Internet of Things (abbreviato spesso IoT), ossia l’internet delle cose, attraverso cui quelli che prima erano semplici oggetti “passivi” dell’utilizzo umano, ora diverranno più attivi perché programmabili e controllabili da remoto tramite questa connessione.

Abbiamo già visto il caso del robot aspirapolvere Folletto VR300, così come anche il camion in Svezia che in realtà era guidato da una postazione del MWC a Barcellona, a migliaia di km di distanza. Questo giusto per avere la percezione di quanto sarà pesante l’impatto del 5G nelle attività umane.

E non solo: perché il 5G rappresenterà la connessione del futuro in tantissimi altri ambiti, dallo sviluppo di droni e robot, al controllo industriale, fino ad arrivare all’applicazione nel modello delle smart cities, che prevederanno un’integrazione fra i servizi, se saremo pronti a farla avvenire, come mai si era visto prima.

L’inevitabile risvolto della medaglia

Tutto ciò, però, comporterà un notevole dispendio energetico, di cui gli operatori sono ben consci. Si stima che il 90% delle società mondiali di telefonia abbia piena percezione delle implicazioni dovute al 5G, e si stia preparando a supportarlo con infrastrutture adeguate.

Questo è perlomeno quanto risulta dallo studio portato avanti da Vertiv, in collaborazione con 451 Research, che è una società impegnata proprio nel fornire dei servizi per le suddette infrastrutture, tra cui risaltano il Thermal Management e il comparto relativo alla gestione elettrica.

Il consumo energetico è stimato tendere al 150-170% rispetto a quello attuale: questo dato in così forte ascesa dovrebbe attestarsi nella sua completezza entro il 2026.

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