call centerLe truffe legate agli ormai innumerevoli call center (perlopiù dislocati in nazioni estere) sono ormai all’ordine del giorno, in rete leggiamo spesso di utenti trovatisi con offerte non richieste e spese accessorie da pagare addirittura da capogiro.

Il problema esula dalle aziende in sé, i call center molto spesso mantengono il contratto di vendita con l’operatore telefonico solamente raggiungendo un determinato numero di attivazioni, pertanto qualsiasi problematica non è imputabile a Vodafone, Wind, Tre, TIM o chicchessia.

La truffa viene perpetrata da colui che vi chiama direttamente, la più comune prende il nome di truffa del “sì”. Il suo funzionamento è veramente semplice, l’utente riceve la chiamata al proprio numero di telefono (in genere prefissi 02 o 06, e l’operatore all’altro capo ci chiede se siamo il signor “tal dei tali”, rispondendo “SI” siamo indiscutibilmente caduti nella loro rete.

 

Truffa del “Sì”, come difendersi

Come molti di voi sapranno, da tempo i call center registrano le chiamate, di conseguenza la suddetta potrebbe venire manipolata a tal punto che il “SI” pronunciato venga collegato alla domanda di cambio operatore o attivazione fornitura.

Il nostro consiglio, per evitare qualsiasi tipo di problema, è quello di rispondere sempre con un “Sono io” o “ho un già un contratto/non mi interessa”, non pronunciate per sicurezza la sillaba tanto ricercata.

Al solito ricordiamo di non fare di tutta l’erba un fascio, non tutti i call center puntano a truffare il consumatore, in Italia sono in moltissimi che lavorano correttamente, ma purtroppo i furbetti esistono in ogni campo (sottolineiamo inoltre l’estraneità delle aziende di telefonia dalle pratiche di questo tipo).

 

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