rimodulazioni

Le rimodulazioni relative alle offerte di telefonia mobile affliggono la clientela dei vari operatori nazionali da ormai tempi ignoti. Ogni volta capita di attivare una promozione sottocosto che TAC: arriva il messaggio con la rimodulazione.

Purtroppo è un vizio difficile da eliminare dalle pratiche di TIM, Wind Tre e Vodafone che per ovviare il problema aumentano qualche soglia, sperando che il cliente non si arrabbi. Certo, se si parla di qualche centesimo tutto va bene, ma quando arrivano rimodulazioni di quasi due euro è tutto un altro conto! Un perchè di queste rimodulazioni non esiste veramente, ma oramai è noto che i gestori nazionali le operano quando devono recuperare soldi. L’esempio più magistrale? Quando l’AGCOM rese illegale la tredicesima mensilità e tutti i gestori rimodularono le tariffe per non perderla.

Cosa può fare il consumatore in questo caso

Sebbene possa sembrare illegale subire una rimodulazione dopo aver contratto un’offerta “per sempre”, la cosa non è impossibile. Purtroppo nelle clausole di contratto è sempre presente qualcosa che possa permettere un aumento di prezzo, ma in questo caso vi sono tre possibilità.

  • il consumatore può scindere dal contratto senza penali.
  • il consumatore può accettare il nuovo costo e mantenere la tariffa.
  • il consumatore può richiedere la migrazione verso un altro operatore senza penali.

Solitamente tutte queste alternative sono elencate nel messaggio che il gestore invia al cliente interessato alla rimodulazione. Accettare o scindere il contratto non costerà nulla, visto che è una modifica unilaterale e che non parte da voi. Per eventuali chiarimenti è sempre comodo leggere le apposite sezioni nei siti di TIM, Wind Tre e Vodafone.

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