5 peggiori operatori italianiTra la fusione Wind-Tre, la prepotenza di Iliad, il rinnovo da quadrisettimanale a mensile, le pressioni americane su TIM e la corsa al 5G, questo 2018 è stato tumultuoso per tutti. Qualcuno tuttavia, ha tentato di approfittarsi del caos generale: ecco la lista dei finti tonti —mimetizzati da profondamente scossi— che si sono aggiudicati la Top 5 dei peggiori operatori mobili italiani.

Iliad

Iliad, l’ultimo entrato, si aggiudica il posto di peggiore operatore italiano in assoluto. Preliminarmente, per  la miscomprensione di intenti: percepito come operatore virtuale, in realtà è un operatore reale. Si appoggia in Ran-Sharing alla rete Wind-Tre, ma è possessore anche di terminali propri. Alla luce di questo, l’offerta con cui ha sbaragliato la concorrenza è decisamente inverosimile: con 6,99€/mese per sempre (per sempre che in una clausola diventa finchè l’operatore non cambia idea), promette minuti e SMS illimitati verso oltre 60 paesi e 40GB in 4G e 4G+. Un prezzo irreale, che secondo Moody’s (società di ricerche finanziarie e analisi di impresa) non genera guadagni: questo lo avvicina molto più a un’attività di copertura che a un nuovo entrato che procaccia clienti. Già attaccata per non rispettare le norme anti-terrorismo e per pubblicità ingannevole, è plausibile che l’unico motivo per cui abbia deciso di investire in Italia (dopo decenni di esistenza altrove) è per accaparrarsi una fetta del mercato 5G.
Per i nuovi entrati, infatti, sono previsti sconti considerevoli sui lotti da 700MHz; peccato che Iliad sia già stata condannata per non aver potenziato le proprie infrastrutture, e aver illuso il consumatore di navigare in 4G+ quando in realtà era in 3G. Tecnicamente, questa è svalutazione di progetto: porre in difficoltà chi un servizio lo eroga davvero e sminuire il valore dell’innovazione per approfittarsi della crisi provocata.
Dato questo precedente, il terrore —che ha fatto tremare anche la politica— è che Iliad voglia puntare a deprezzare la rete 5G italiana, esattamente come con il fantomatico 4G+ a prezzi miseri (che ha causato un’emorragia alla concorrenza); soprattutto dopo che ha promesso un miliardo di euro di investimenti entro l’anno, ma finora —ai fini del potenziamento— ne ha versati solo 220milioni.

TIM

TIM è l’operatore più denunciato dai consumatori nel 2017; sebbene detenga solo il 28,6% delle SIM Human, vanta il 40,2% delle denunce. È anche uno degli operatori con più costi nascosti: i servizi a pagamento più taciuti sono il Chiama Ora e Lo Sai (1,90€/mese), la segreteria telefonica (1,50€/chiamata) e Prime GO (0,49€/sett). Quasi tutti disattivabili già al momento della sottoscrizione, solo il 10% delle volte vengono premessi apertamente. Denunciata anche da Altroconsumo per cartello e da Codacons per rincaro non dichiarato, è sicuramente uno degli operatori meno espliciti.

ho.mobile

ho.mobile, l’operatore virtuale anti-Iliad creato da Vodafone, sembra morto sul nascere. Vittima di politiche di risparmio e non di consolidamento, mirate più a scongiurare l’emottisi Iliad che a fidelizzare un cliente, risponde al nome di ESP-MVNO. Tradotto, è un operatore che gode delle stesse convenzioni del provider di rete, Vodafone, ma è totalmente indipendente su offerte e piani tariffari. Nonostante utilizzi la rete Vodafone, radicata e capillare, non restituisce le stesse performance; la velocità di download e upload è paragonabile alla concorrenza solo in aree difficili—probabilmente perché, più che brillare lei, calano gli altri.

Tiscali

Tiscali, nel 2018, non dispone di rete 4G. Incredibile ma vero, si appoggia alla rete TIM solo per 2G e 3G. Ha tentato di lanciare una promozione sul 4G+, ma si riferisce solo alla rete fissa, ovvero risulta ottimale per modem e dispositivi sempre fermi in uno stesso punto.  Piò essere valido —a seconda delle esigenze— per soluzioni di casa o d’ufficio, ma una connessione con protocolli quasi maggiorenni è decisamente imbarazzante per chiunque utilizzi un telefono mobile.

Kena Mobile

Kena Mobile, operatore virtuale low cost di TIM, non riesce proprio ad ingranare. Anch’esso non dispone di copertura 4G, ma si è comunque lanciato sul mercato con un’offerta disumana:  1000 minuti nazionali, 50 SMS e 10GB in 3G con 5€/mese, senza scatto alla risposta, tariffa a minuti di effettiva conversazione e scatto dati a 1 KB. Sicuramente allettante, ma non abbastanza da competere con 30 GB “in 4G” e SMS e minuti illimitati; sembra essere più un payback di TIM che un operatore effettivo. Dati i perenni disservizi di varia natura (assenza di campo, fonia disturbata, interferenze, errori di accredito e imprecisioni con i bundle), c’è motivo di credere che TIM dovrà armarsi meglio per fronteggiare Iliad.

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