wind tre call centerIl Garante della Privacy ha richiamato la nota compagnia telefonica per irregolarità nella gestione delle comunicazioni promozionali verso gli utenti, e ha quindi vietato il trattamento dei dati personali senza aver ottenuto il preventivo consenso dei clienti. Cosa cambia per noi?

Il telemarketing indesiderato giunge a un grande stop, o perlomeno rallenta il passo, in seguito alle revisioni delle procedure di contatto che sono state imposte alla Wind dopo la fusione con l’operatore 3. Da questa avventura aziendale è infatti emerso il problema di come contattare gli utenti senza incappare in una procedura illecita e lesiva della privacy. Lo scopo della decisione del Garante  quello di interrompere i contatti commerciali indesiderati. Wind non potrà più, infatti, utilizzare per finalità di marketing i dati personali di tutti quelli che non hanno espressamente dato il loro libero e valido consenso per questo tipo di trattamento.

La decisione ha preso il via dalle numerose segnalazioni di utenti che hanno protestato per il continuo disturbo che la rete commerciale della società arrecava con le sue chiamate promozionali e con gli sms pubblicitari. Dal 2006 sono stati avviati alcuni accertamenti, in collaborazione della Guardia di Finanza, che hanno finito per confermare la presenza di violazioni. In particolare, Wind e 3 si sono rese colpevoli della ricezione di contatti commerciali in seguito all’esercizio del diritto di opposizione, attraverso la scusa di disguidi tecnici non meglio definiti.

 

Wind e Tre accusate dal Garante della Privacy

Per ovviare a questa eventualità, è stato stabilito che agli utenti che hanno espresso il loro parere contrario alla ricezione di telefonate e sms promozionali sarà comunicato un codice univoco di conferma che potrà essere utilizzato nel caso sussista la necessità di esporre una lamentela. Inoltre, in seguito a tutte queste segnalazioni sono già state avviati i procedimenti sanzionatori delle Autorità in modo da contestare le violazioni amministrative già accertate.

Infine, sono state segnalate anomalie e carenze rispetto alla governance dei dati, in particolare per i profili di protezione degli stessi, rispetto alla loro commerciale: sebbene 3 fosse titolare del trattamento dei dati delle persone contattate da tutti i propri partner, pare che siano stati erroneamente qualificati moltissimi dei punti vendita diversi, come se ne fossero i titolari autonomi. Non avendo predisposto liste di esclusione apposite (quelle che vengono generalmente definite “black list”), in modo da evitare che i propri partner contattassero per le loro campagne promozionali i numeri di quelli che si erano già opposti al trattamento dei propri dati per finalità di marketing, la società ha creato una situazione spiacevole per i clienti disturbati, oltre che pericolosa dal punto di vista procedurale (almeno fino al 2017, anno in cui queste carenze risultano essere state tutte colmate)

La nota compagnia telefonica dovrà quindi far attenzione a creare liste di esclusione anche per tutti i suoi partner commerciali, liste che dovranno essere aggiornate e condivise in tempo reale, in modo da evitare futuri problemi con il Garante della Privacy e, soprattutto, con gli utenti.

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