Google Pixel XL

Google è finalmente intervenuta ufficialmente sul problema che affligge i suoi Pixel XL con Android 8.1 Oreo installato. Lo smartphone, come vi abbiamo raccontato in questo articolo, è a rischio ogni qual volta viene collegato alla corrente perché il sistema operativo assorbirebbe più corrente rispetto a quanto previsto.

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Un’anomalia introdotta con l’aggiornamento ad Android 8.1 Oreo e che si presente ogni volta che lo smartphone viene messo in carica con un’autonomia inferiore al 50%. Sia che si utilizzi il caricatore originale che uno di terze parti. Lo smartphone assorbe circa il 40% in più nei primi minuti e solo dopo che entrano le protezioni delle componenti si normalizza.

Google ha confermato il problema di Pixel XL con Android 8.1 Oreo

Google, per bocca del proprio responsabile della sicurezza e della conformità tecniche John McNulty, ha parlato ai possessori dello smartphone che hanno riscontrato il problema. McNulty conferma questa anomalia che si presenta unicamente durante la fase di ricarica e spiega come un team di professionisti ha già trovato e verificato una soluzione.

Questa verrà introdotta come aggiornamento software nelle prossime settimane. Un aggiornamento mirato che non aggiungerà altro se non il fix a questo problema. Un problema, ci tiene a sottolineare il portavoce, che non costituirebbe un pericolo per la sicurezza dello smartphone e dei suoi possessori.

A dimostrarlo ci sarebbero dei test effettuati da tecnici specializzati che mettono in evidenza la costruzione di Pixel XL. Nello specifico, il circuito di ingresso del telefono è progettato per trasportare più del livello di corrente osservato. E questo è un bene visto che dai 18 watt standard per la ricarica rapida lo smartphone ne assorbe 25 watt.

In più, sia la batteria che il telefono hanno anche loro diversi livelli di protezione per evitare non solo il surriscaldamento ma soprattutto il sovraccarico delle componenti hardware. E infine il caricabatterie originali ha una protezione da sovracorrente. Insomma, Google ha detto chiaramente che i possibili rischi che avevamo immaginato nel nostro articolo sono nulli.

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