Facebook è il social network più utilizzato al mondo. Una piattaforma in cui condividere informazioni, vita personale, lavoro e quant’altro. Un “mondo virtuale” fiorente che però attrae anche molti malintenzionati, che si inventano qualsiasi cosa pur di poter sfruttare a proprio beneficio i suoi poveri abitanti.

Già all’inizio di quest’anno numerosi utenti di Facebook denunciarono l’arrivo quotidiano di molteplici richieste d’amicizia da perfetti sconosciuti. Ora il fenomeno si sta nuovamente accentuando ed è di nuovo allarme.

Dietro si nasconde un vero e proprio business. Organizzazioni criminali che non fanno altro che creare, in serie, falsi profili, al fine di truffare le malcapitate vittime con l’inganno ed arricchirsi con il ricatto. Non si tratta dei soliti Bot che infestano la rete, dietro le quinte ci sono veri e propri esseri umani. Si tratta di una truffa questa che colpisce chiunque indistintamente, uomini e donne di qualsiasi età.

Ma quali sono i meccanismi di questa truffa?

Il truffatore crea un falso profilo ad hoc da cui far partire la richiesta d’amicizia:

  • utilizzando dati personali generici, per colpire in modo generale i malcapitati oppure dati personali specifici, per raggiungere e colpire contatti mirati;
  • scegliendo in modo adeguato la fotografia del profilo in base al profilo da attaccare, spesso un uomo o donna avvenenti, al fine di aumentarne l’interesse da parte del malcapitato e spingerlo ad accettare l’amicizia;
  • spesso i dati personali coincidono con quelli del malcapitato, come ad esempio la città in cui si vive e/o si studia;
  • un altro dato rilevante è che i criminali sono soliti impostare la situazione sentimentale in “single”, nel caso di un attacco mirato (spesso tale status è corrispondente a quello della vittima), mentre risulta irrilevante in caso di un attacco generico;
  • si hanno amicizie in comune, questo per creare un “legame di fiducia” con la vittima;
  • spesso i profili fake non contengono post. Occorre tenere a mente che qualora gli amici in comune abbiamo postato un post di ringraziamento, quest’ultimo non è un indice di garanzia sulla veridicità del profilo che ha richiesto l’amicizia.

Nel caso avessi accettato la fake richiesta d’amicizia, ti ritroverai in un meccanismo subdolo e molto pericoloso. Riceverai messaggi in chat diretti ed espliciti, spesso di natura sessuale.

La parte principale della truffa riguarda l’utilizzo della webcam: il truffatore sulla base di una banale richiesta d’aiuto, chiede al malcapitato di attivare la webcam. Mentre la vittima l’attiva, lui, invece, manda un redirect ad un video che simula la webcam, in questo modo la vittima ha la sensazione di intraprendere realmente la conversazione con il suo interlocutore. Da qui in poi la discussione continua con lo scopo di far compiere comportamenti o scrivere frasi compromettenti che vengono prontamente registrate dal truffatore, carpendo informazioni personali utili ad aumentare l’efficacia della truffa. Successivamente, il truffatore invia un richiesta di denaro alla sua vittima, minacciando la divulgazione del video in rete e/o ad amici e parenti qualora non ottenga la somma di denaro desiderata, da effettuarsi tramite bonifico bancario o su carta prepagata.

Può anche succedere che il ricatto venga basato solo su foto compromettenti.

Come proteggersi?

Controllare le impostazioni della privacy, assicurandosi di ben definire chi può richiederti l’amicizia e chi può vedere ciò che viene pubblicato sul tuo profilo.

Evitare di accettare richieste d’amicizia da sconosciuti, perché l’utente fake potrebbe benissimo rubare le tue immagini e utilizzarle per creare fotomontaggi da pubblicare in rete.

Analizzare accuratamente il profilo da cui riceviamo la richiesta d’amicizia, verificandone la veridicità dei dati e della foto attraverso una ricerca sui motori di ricerca.

Qualora la richiesta d’amicizia venga accettata: non attivare la webcam; non iniziare una conversazione in chat; bloccare e segnalare il profilo su Facebook.

Nell’eventualità che fossi caduto con l’inganno nella trappola: metti da parte ogni paura e corri a denunciare il fatto alla Polizia Postale, quest’ultimo rappresenta il modo più efficace per tutelarti e aiuterà a contrastare questo fenomeno e fermare chi l’ha creato.

Articolo precedenteXiaomi Mi Note 3, incredibile: per DxOMark scatta come HTC U11 e Google Pixel
Articolo successivoiPhone X non è sicuro, un bambino di 10 anni lo sblocca con il Face ID