RoboGlove
General Motors, NASA e Bioservo Technologies vogliono sviluppare RoboGlove: un guanto robotico da applicare in ambito sanitario e industriale.

General Motors, NASA e Bioservo Technologies hanno stretto una partnership per mettere a punto RoboGlove. I tre colossi uniranno le rispettive tecnologie per realizzare un guanto robotico da applicare in ambito sanitario, quindi a scopo terapeutico-riabilitativo, e in ambito industriale, dunque per offrire supporto alla manodopera umana.

Qualche mese fa, Xu Yulian, responsabile della divisione manifatturiera di Foxconn, aveva asserito senza troppi indugi: “Stiamo applicando la robotica e altre tecnologie di produzione per sostituire le operazioni ripetitive svolte dai dipendenti affinché gli operai si possano concentrare di più su altri processi di fabbricazione“. A seguito delle sue dichiarazioni, gli economisti si erano posti una domanda fondamentale: sarà facile, in futuro, trovare un punto di equilibrio tra lavoro umano e robot?

E bene, oggi si torna di parlare di “Rivoluzione Robotica“.

RoboGlove: l’inizio di una nuova era

Tutto nasce da un’interessante collaborazione tra General Motors e NASA. Circa 10 anni fa, l’azienda statunitense, nota per la produzione di veicoli, decise di stringere una partnership con l’agenzia spaziale americana al fine di sviluppare il primo prototipo di RoboGlove. Nello specifico, stiamo parlando di un dispositivo in grado di potenziare, in modo esponenziale, la forza e, pertanto, di offrire supporto al lavoro umano.

RoboGlove
RoboGlove, il guanto robotico messo a punto da General Motors e NASA.

Tale strumento risulta attivo presso la Stazione Spaziale Internazionale fin dal 2011, grazie alla missione del robot umanoide Robonaut 2 (R2).

Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, anche Bioservo Technologies AB ha voluto aderire a questo ambizioso progetto per favorire l’uso del guanto Hi-Tech nel settore sanitario e produttivo. La compagnia svedese, specializzata nella fabbricazione di “esoscheletri morbidi“, ha ottenuto la licenza per abbinare la tecnologia del proprio guanto SEM Glove (acronimo di “Soft Extra Muscle“) alla tecnica di RoboGlove.

La diffusione di tecnologie esoscheletriche

Tomas Ward, CEO di Bioservo Technologies AB, considera questo prodotto un grande passo in avanti verso una possibile introduzione di tecnologie esoscheletriche non solo nel campo della scienza, ma anche nella vita di tutti i giorni. Infatti, secondo Ward, “Unire il meglio di tre mondi – la tecnologia spaziale della NASA, l’ingegneria di GM e la tecnologia medica di Bioservo – in un unico guanto industriale potrebbe portare all’adozione di questa tecnologia su scala mondiale“.

L’obiettivo del progetto

In sostanza, RoboGlove si serve di sofisticati sensori, attuatori e tendini paragonabili ai nervi, ai muscoli e ai tendini di una mano. E proprio su queste peculiarità, Bioservo ha intenzione di sviluppare un nuovo dispositivo di assistenza alla mano per uso industriale e riabilitativo.

Kurt Wiese, responsabile Global Manufacturing Engineering, prevede che questo straordinario congegno possa aumentare l’efficienza della stessa e, al contempo, ridurre il lavoro degli operai evitando l’affaticamento degli arti attraverso un lavoro di forza costante e ripetitivo. Difatti, Wiese afferma che RoboGlove “potrà ridurre la quantità di forza che un lavoratore deve applicare quando utilizza un utensile per un periodo di tempo prolungato, oppure quando effettua movimenti ripetitivi“.

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