Istituto italiano di tecnologia

Dall’Italia arriva una scoperta eccezionale, infatti, un gruppo di ricercatori italiani ha trovato dopo uno studio approfondito il modo di trasformare le classiche finestre in generatori di energia elettrica grazie a dei speciali pannelli solari costruiti con il grafene. La scoperta potrebbe far risparmiare centinaia di euro alle famiglie italiane sopratutto durante i mesi estivi.

La tecnologia messa a punto dall’Istituto italiano di tecnologia e Università di Tor Vergata di Roma utilizza dei pannelli semitrasparenti e a basso costo che applicati su superfici esposte alla luce solare sono in grado di produrre energia sfruttando la radiazione solare senza il bisogno di filtrarla.

Questa nuova scoperta apre le porte alla possibilità di sfruttare nuove energie rinnovabili senza dover utilizzare gli idrocarburi. Il materiale con il quale vengono costruiti questi pannelli si chiama Dssc (Dye-sensitized solar cell) ed è lo stesso che viene già utilizzato per produrre i classici pannelli.

Energia a portata di finestra, dall’Italia arrivano i pannelli trasparenti che catturano l’energia del sole

Grazie al gruppo di scienziati, diretto da Francesco Bonaccorso e Aldo Di Carlo, è stato possibile sostituire il grafene al platino all’interno della classica cella fotovoltaica aumentando le prestazioni energetiche e abbattendo il costo di ben 10mila volte.

Sono stati già effettuati svariati test con moduli su una superficie di 50 centimetri quadrati e hanno dimostrato di avere delle efficienze energetiche simili a quelli dei pannelli già in commercio ma logicamente con un costo inferiore visto che il grafene è molto più economico del platino. “Ulteriori miglioramenti sono già in arrivo – ha spiegato Bonaccorso -, stiamo sviluppando un modulo fotovoltaico costruito ad hoc per il grafene che sarà semitrasparente e più economico delle tecnologie attualmente in commercio”.

“La forza del nostro lavoro è la semplicità con cui il grafene in forma di inchiostro (da “spruzzare” sui pannelli) può inserirsi in contesti industriali già esistenti, senza significativi investimenti in macchine o infrastrutture”, ha continuato Bonaccorso.

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