bansky

L’artista di strada Banksy, oggi, ha un nome. Sfuggente ed enigmatico, potrebbe essere stato smascherato da diversi matematici. Un gruppo di scienziati, infatti, ha applicato un modello utilizzato per rintracciare i criminali e per mappare i focolai di alcune malattie al fine di individuare l’artista dei graffiti. Del quale il vero nome non è mai stato confermato, in precedenza.

La tecnica utilizzata, nota come profilo geografico, è stata adoperata dalle forze di polizia per ridurre le liste dei sospettati, in passato coinvolti su più scene del crimine. I ricercatori hanno utilizzato la posizione delle 140 opere d’arte di Banksy, sia a Londra che a Bristol. Sul Journal of Space Science, la rivista sulla quale lo studio è stato pubblicato, i ricercatori hanno detto che le opere “sono associate a siti collegati a un candidato di primo piano“. Possibilmente, tale Robin Gunningham, precedentemente identificato dai media come Banksy, appunto.

I “graffiti” di Bansky

Satirico grazie alle sue decorazioni – ratti, poliziotti che si baciano, la polizia antisommossa con facce felici – apparse prima a Bristol e poi diffuse anche a Londra e nel resto del mondo. Le sue opere hanno venduto fino a 1,8 milioni di dollari nel corso delle varie aste.

I ricercatori hanno detto il loro lavoro di ricerca “dimostra la flessibilità del profilo geografico“. Il coordinatore principale dello studio, Steven Le Comber, un biologo matematico della Queen Mary University di Londra, ha spiegato che la tecnica utilizzata è stata appannaggio non solo della criminologia, ma anche per gli studi condotti sul calcolo e le previsioni della diffusione di alcuni virus ed eventuali epidemie.

Le Comber, quindi, ha spiegato che la “caccia” a Banksy è stata resa più semplice grazie ad profilo geografico ben delineato. E, si suppone, tale tecnica potrebbe anche essere utilizzata, in futuro, per monitorare i terroristi prima che commettano un attacco. “Alcuni terroristi usano graffiti, manifesti e opuscoli per stabilire la propria credibilità“, ha dichiarato Le Comber. “Si potrebbe potenzialmente utilizzare il modello per identificare la posizione di cellule terroristiche“.

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