peccati informatici
Anche Internet ha i suoi peccati informatici

Anche Internet (e, forse, oggi proprio il web a prescindere da tutto il resto) nasconde e cova i suoi peccati. Se c’è chi, come lo stesso Papa Francesco in un’occasione lo definì “un dono di Dio”, magari riferendosi alle opportunità che la rete offre, d’altro canto c’è chi lo addita come un vero e proprio “posto di perdizione”, per adulti e giovani.

Offre sicuramente ottimi spunti di crescita per la società, il nostro mondo virtuale nascosto in Internet. Tuttavia, affinché non sia nocivo, deve essere necessariamente gestito ed usato bene, senza deviazioni. Cosa che, sfortunatamente accade fin tropo spesso.

I peccati digitali

Si parla così, a ragione, di peccati digitali. In realtà, si tratta di peccati reali, tradizionali e trasferiti per l’occasione sul web. Ci si riferisce ad essi, dunque, come a deviazioni che “inquinano” la persona e, nella fattispecie, alla corruzione, ad esperimenti mirati all’individuo e alla sua integrità morale e fisica, all’inquinamento ambientale o alle disparità sociali. Ma la lista è fin troppo lunga.

I peccati informatici, quindi, entrano nell’era 2.0. Quali sono quelli più frequenti? Iniziamo con le chat. Usare questi mezzi di comunicazione in modo ingannevole, magari “mascherandosi” o fingendosi per qualcun altro o per quel che non si è. Abitudine sempre più in voga è quella di crearsi un account fake, mail false per mentire a chi ci legge o ci ascolta. Una sorta di comandamento 2.0 che equivale al “dire falsa testimonianza”.

Che dire poi delle mail anonime o del crescente fenomeno del phishing, con il quale mittenti falsificati, con lo scopo di trarne un vantaggio economico o altro, si insinuano nei nostri dati personali.

Tuttavia, tra i nuovi peccati informatici, figurano anche le tendenze più in voga in questi ultimi anni, ovvero l’uso dei social network. Facebook, Twitter e altre piattaforme la fanno da padroni. Il motivo è semplice: dietro alcuni account si nascondono persone che diffamano altre e casi di stalking che, poi, si trasferiscono nella realtà.

E poi viene la pirateria, forse il primo peccato ad essere nato in quest’epoca del digitale. Programmi senza licenza o “craccati” sono all’ordine del giorno. Ma che dire di quanti scaricano film, musica o accedono alle pay tv senza pagare?

E, ovviamente, non poteva mancare il porno. Sì, guardare i siti “hot” è peccato. E non si tratta solo di film o giochi hard. Sono la pornografia e la pedofilia ad avere risvolti inquietanti. Se riflettiamo poi sui numerosi casi di pedofilia anche da parte degli alti vertici del Vaticano, da riflettere c’è molto.

Insomma, chi fa uso di Internet, ha molto da confessare. Forse sarebbe bene avere e darsi delle regole, delle linee guida e di condotta individuale affinché la morale personale, seppur nel complesso mondo della tecnologia, non ne venga intaccata.

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