Twitter e ictus
Twitter e ictus

Twitter in soccorso di quanti sono stati colpiti da ictus e ischemie. Secondo uno studio svolto dall’Università di Newcastle, in Australia, è risultato che tra tutti i social network esistenti in rete, Twitter ha la capacità di guarire tutte le persone che hanno visto compromessa la propria facoltà del linguaggio.

Negli ultimi anni, ictus e ischemia hanno mietuto vittime in numero sempre crescente. Dal 2010, infatti, chi ne è stato colpito è andato anche ad aggiungersi ad una folta schiera di persone con lo stesso problema. E, a rischio, sono le persone di età compresa tra i 65 e gli 80 anni.

Twitter, il servizio gratuito di microblogging, sarebbe in grado di aiutare chi ha perso la capacità di comunicare attraverso discorsi complessi, con frasi e parole lunghe. Una persona colpita da questo genere di malattia subisce alterazioni nel linguaggio, paresi facciali, malfunzionamento degli arti, insensibilità al volto, perdita dell’equilibrio, e soprattutto incapacità di parlare e di capire cosa viene detto.

E, dunque, Twitter aiuterebbe proprio nella fase di recupero dall’afasia. E il segreto starebbe proprio in quei 140 caratteri, una sorta di unità di misura per chi ha perso l’utilizzo della parola. Questi, infatti, sono ideali per allenare le capacità comunicative di chi ha subito traumi cerebrali perchè sufficientemente brevi e semplici per essere più facilmente compresi ed espressi da chi ha perso la capacità di utilizzare il linguaggio.

Bronwyn Hemsley, professore associato presso l’università australiana, sostiene che spesso “le persone con poca o nessuna capacità di costruire un discorso trovano che gli ascoltatori cercano di completare le frasi al posto loro o parlare a loro nome. Twitter potrebbe livellare il campo di gioco, liberando gli utenti da stereotipi e consentendo l’auto-difesa“.

Gli scienziati, ora, sono concentrati sulla seconda fase dello studio, ovvero quella che si concentrerà sui vantaggi di formare le persone con disabilità linguistiche all’utilizzo di Twitter nel corso di un periodo di sei mesi.

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