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Il Cloud è uno strumento molto potente per conservare i dati e sono molte le società che offrono servizi in Coud e le persone che lo utilizzano.

Negli ultimi tempi abbiamo letto che a molte celebrità è stato hackerato l’account e sono state rubate fotografie molto personali. Nel caso specifico il servizio è iCloud di Apple, ma anche altre aziende, come detto, offrono questo tipo di servizio come Microsoft, Google, Amazon, ASUS e le più piccole Dropbox, Box ed Evernote.

Poiché i servizi offerti sono molto comodi e, nella versione base, anche gratuiti sono molto utilizzati per salvare immagini, video, file e dati di qualunque genere. Il Cloud ha tra i suoi vantaggi il fatto che è utilizzabile da più dispositivi come pc, notebook, smartphone e tablet, una volta salvata una fotografia sul cloud da uno qualunque di questi device risulta raggiungibile e scaricabile da tutti gli altri.

Il problema è che si stanno mettendo le nostre cose non su un nostro sistema di storage locale, ma da su una memoria che non sappiamo nemmeno dove si trovi.

Ma come possiamo essere certi che i nostri dati siano al sicuro?

In realtà la certezza assoluta non si può avere anche se le aziende che offrono servizi in cloud spendono molte risorse nel proteggere i propri server.

“La risposta è che il Cloud è spesso più sicuro di altri storage”, dice Rich Mogull, CEO della società di consulenza e ricerca sulla sicurezza Securosis.

Ma questo non significa che è completamente immune. “Come per molti servizi internet, ci sono molti hacker che hanno molto tempo da spendere”, dice Mogull.

Quindi cosa bisogna fare per tenere i propri dati al sicuro quando si utilizzano servizi in Cloud?

La risposta anche se banale non sempre viene messa in pratica, occorre una password forte.

Tim Bajarin, analista della società di ricerche tecnologiche Creative Strategies, consiglia di avere password diverse per ogni account che abbiamo online, in questo modo una breccia in un sistema non ne compromette un altro.

Per creare una password forte occorre che al suo interno vi siano segni di punteggiatura o caratteri speciali e che la parola che andrete a inserire sia qualcosa di creativo quindi difficile da poter indovinare come parole comuni, date di compleanno o anniversari. Una password è particolarmente importante se si memorizzano le informazioni sensibili online.

Poi come suggeriscono anche coloro che forniscono il servizio cloud è buona norma utilizzare l’identificazione in due fasi. Ciò significa che la prima volta che si accede a un account da un nuovo dispositivo, viene richiesta una seconda forma di identificazione. Di solito si tratta di un codice che viene inviato come testo tramite una e-mail.

La maggior parte dei principali servizi cloud, tra cui iCloud di Apple, Drive di Google e Dropbox, offrono questo tipo di protezione. Amazon Cloud Drive è l’eccezione.

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