Qualche settimana fa, gli analisti del Wall Street Journal si domandavano se Google non fosse intimorita dal successo di Samsung: se oggi questa domanda fosse fatta passando dalla coreana alla conterranea Amazon, la risposta di Big G sarebbe diversa?

Lo chiediamo alla casa produttrice di Kindle, dopo aver costruito un proprio ecosistema sulla base di Android, con l’ app Store proprietario, ha deciso di sfidare Google sul terreno da cui l’azienda di Mountain View trae il maggior profitto: la pubblicità.

Anche se sia AdMob che AdWhirl siano delle buone piattaforme di mobile advertising, la soluzione di Amazon punta molto in alto, offrendo CPM competitivi al solo prezzo dell’inserimento nello Store proprietario della propria applicazione (che potrà comunque essere pubblicata anche su Google Play): maggior guadagno e doppia visibilità, un’offerta decisamente allettante.

Amazon ha deciso di rendere semplice il lavoro agli sviluppatori, rilasciando, insieme al Software Development Kit, anche un semplice snippet di codice per mostrare la facilità di implementazione del suo nuovo servizio, per ora disponibile (stranamente) solo negli Stati Uniti.

Ora che Amazon ha scoperto le sue carte, l’azienda di Mountain View farà la sua contromossa o lascerà alla rivale il tempo necessario a fornire tutti i servizi dalla A alla Z? L’intento di separare Google da Android è chiaro, ma riuscirà nel suo intento?

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