Intelligenza artificiale a fianco dei medici Dan Himbrechts/AAP
L’intelligenza artificiale è molto altro del semplice assistente vocale in grado di rispondere alle nostre richieste o di addirittura anticiparci. È un sistema in grado di rivoluzionare potenzialmente tutti i settori della società moderna. Un esempio è il programma di intelligenza artificiale che ha battuto i medici, i migliori medici, nel diagnosticare il cancro.

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L’intelligenza artificiale, una vera e propria rete neurale, è stata programmata da un gruppo di scienziati provenienti da Stati Uniti, Germania e Francia con un solo obiettivo: esaminare le lesioni della pelle e capire quali di queste sono benigne e quali invece sono potenzialmente cancerogene. E i risultati sono stati decisamente al di sopra delle aspettative, aprendo le porte degli ospedali all’AI.

 

Intelligenza artificiale più precisa dei medici nel diagnosticare il cancro

Questo sistema high tech è riuscito ad ottenere un successo del 95% nelle diagnosi mentre i medici hanno totalizzato il solo 86%. Il gruppo di medici dermatologi selezionati per lo studio presentata diversi livelli di esperienza. Il 29% di questi dermatologi aveva meno di due anni di esperienza sul campo, circa un quinto aveva da due a cinque anni di esperienza ed il resto aveva almeno cinque anni di esperienza e quindi considerati esperti.

L’intelligenza artificiale è riuscita a prevalere sulla maggior parte dei dermatologi perché solo i più esperti avrebbero potuto migliorarla. Un sistema che è stato in grado di rilevare rischi di cancro apparentemente benigni così come evitare falsi allarmi. Nel mondo reale, tutto questo si tradurrebbe in una prevenzione meticolosa che permette di evitare interventi chirurgici non necessari.

Detto questo, l’intelligenza artificiale ha qualche difficoltà nella diagnosi di alcune parti del corpo, pertanto, la tecnologia non può ancora sostituire una visita medica. In ogni caso la strada è ancora lunga e ci attende solo una crescita esponenziale che permetterà all’AI di entrare nella nostra quotidianità così come lo hanno gli smartphone ed altre tecnologie.

FONTEtheguardian.com
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