Apple contro Samsung

L’apparente infinita battaglia legale tra Samsung e Apple continua, con l’azienda di Cupertino che chiede alla corte di accordarle un miliardo di dollari di risarcimento. Il gigante coreano dell’elettronica ha richiesto, ovviamente, una forte riduzione del pagamento a soli 28 milioni, poiché ha già versato ad Apple 548 milioni di dollari nel 2015. La causa intavolata da Apple contro Samsung è iniziata nel 2011. Stavolta, però, piuttosto che incentrare la citazione in giudizio sui componenti interni o sulla forma del device in generale, Apple vuole dibattere se è lecito considerare il design estetico di uno smartphone la chiave del suo successo di vendite. Samsung fa notare che le persone comprano un telefono valutandolo complessivamente, mentre Apple sostiene che è il design esteriore la vera discriminante per i consumatori.

 

E se vincesse Apple al processo?

Dopo la difficile scelta dei giurati, il caso dovrebbe esaurirsi in aula in pochi giorni, poiché che Samsung abbia violato dei brevetti Apple è già stato acclarato. La giuria stavolta deve solo decidere se sposare la tesi di Cupertino o no per determinare il risarcimento dovuto dai coreani. Nel particolare sistema legale americano (o common law), questo caso potrebbe aprire le porte a un precedente che influenzerebbe le future cause sia un verso che in un altro. Che vinca Samsung o Apple, comunque la legge USA verrà riscritta. Se vincesse l’azienda della mela morsicata, ci sarebbe tuttavia una risonanza a livello mondiale, in considerazione di quanti device hanno più o meno copiato nel solo 2018 il famoso “notch stile iPhone”. La catena di cause derivate potrebbe allungarsi all’infinito, soprattutto se basate sul design puramente estetico di uno smartphone piuttosto che la componentistica interna.

Al contrario, Samsung non ha moltissimi argomenti su cui poggiare la sua difesa. È giusto considerare uno smartphone come un tutto e non solo come design estetico, ma è anche vero che l’attuale status quo del mercato presenta terminali e accessori che si copiano l’un l’altro senza neanche nasconderlo. Dunque, potrebbe essere difficile dare torto ad Apple ma, a ogni modo, la giuria si trova di fronte a una decisione che potrebbe riscrivere parte del futuro dell’industria mobile.

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