Smartphone, non tutti riescono perfettamente
Smartphone, non tutti riescono perfettamente

Il mercato degli smartphone è in continua evoluzione, questo anche grazie alle compagnie del settore. Certo, magari ultimamente il design fa fatica ad esprimersi oltre un certo limite, è anche per il fatto che al momento sembrerebbe una scelta vincente. In ogni caso, provare a creare qualcosa di innovativo, spesso, può portare ad un misero fallimento e nel bene o nel male tutte le compagnie lo hanno sperimentato almeno una volta. Quindi, senza indugio, ecco una lista dei peggior dispositivi mai creati secondo Digital Trends.

BlackBerry Storm

Nel momento in cui i primi smartphone touchscreen iniziarono a comparire, qualcuno capi di doversi muovere in fretta per cercare di conquistare il mercato. Tra questi c’era la compagnia canadese BlackBerry, una florida società i cui dispositivi erano spesso usati dalle grandi aziende. Il risultato fu lo Storm, uno smartphone con un display lento, batteria pessima, software obsoleto, e niente supporto al Wi-Fi. Dei moltissimi venduti, la maggior parte fu restituita.

HTC Thunderbolt

La compagnia taiwanese ha prodotto uno dei primi smartphone con supporto per la rete 4G LTE. In questo hanno fatto le cose per bene, ma evidentemente si sono dimenticati di altro visto che era dotato di una batteria di durata di pochissime ore. Si ravviava anche a caso e gli aggiornamenti erano lenti ad arrivare, anche rispetto agli standard odierni.

Motorola Droid Bionic

Nel lontano 2011, al CES, Motorola presentò questo smartphone. Dopo l’annuncio passarono 8 mesi, ma alla fine arrivò nelle mani dei clienti speranzosi, finendo per deluderli. Il primo telefono al mondo dual-core 4G LTE. Il display LCD era fastidiosamente opaco, fotocamera lenta e aspetto in comune con i sopracitati, pessima durata della batteria. L’interfaccia che copriva Android era pessima, ma in questo caso, de gustibus, se non fosse che funzionava male causando crash casuali oltre che a rispondere lentamente.

Amazon Fire Phone

Freschi dell’ottima esperienza avuta coi tablet, il gigante dell’e-commerce ha provato anche con gli smartphone. Il risultato fu un dispositivo di qualità dubbia, batteria, ancora una volta, che regalava poche ore, design noioso e in più nessun supporto per le app di Google. Dopo 3 mesi da lancio, dichiarò sconfitta. Perdita? 170 milioni di dollari.

Samsung Note 7

Questo non dovrebbe avere presentazioni. Sulla carta era un ottimo smartphone, come gli altri premium di Samsung, unico problema batteria. Esplodeva con troppa facilità.

Asus Garminfone

Quella di Asus era un mossa che cercava di introdurre le compagnie produttrici di SatNav nel mercato degli smartphone. Voleva essere una risposta nei confronti di Google e del suo software gratuito Google Maps. L’esperimento non fini bene, la caratteristica principale non era un granché, la fotocamera pure e indovinate? La batteria nemmeno.

Ce ne sarebbero altri ancora, ma per evitare di dilungarsi meglio finire qua. Giusto una riflessione. Tutti questi smartphone hanno in comune la batteria, un pezzo importante che ancora oggi, ogni tanto, mettere a rischio la vita dei dispositivi. Per non dire quella dei possessori.

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