Amazon, grave accusa arriva dai dipendenti
Amazon, grave accusa arriva dai dipendenti

Amazon è conosciuta in tutto il mondo come la piattaforma di e-commerce più efficiente e veloce al mondo. È in grado di recapitare un pacco in soli 1/2 giorni lavorativi con l’iscrizione al servizio Prime.

Purtroppo però, alcuni dipendenti dell’azienda le hanno rivolto accuse molto gravi. Un giornalista britannico si è infiltrato all’interno dell’azienda come dipendente per raccontare com’è la vita delle persone che ci lavorano.

Amazon ha ricevuto un’accusa abbastanza grave dai suoi dipendenti

Qualche tempo fa, l’azienda ha subito un aumento degli obiettivi dell’azienda, ciò a causato una maggiore pressione soprattutto per i dipendenti all’interno dei magazzini. Il giornalista Inglese James Bloodworth per scrivere il suo libro Hired: Six Months Undercover in Low-Wage Britain, si è infiltrato all’interno di un magazzino britannico. L’autore nel suo libro, spiega che i dipendenti, essendo sotto forte pressione, preferiscono utilizzare delle bottigliette di plastica al posto dei bagni, per evitare di perdere tempo e quindi allontanarsi troppo dal loro posto di lavoro.

Questa, non è sicuramente una loro scelta, nel libro spiega anche che tutti i dipendenti del magazzino in cui si è trovato, hanno paura di perdere il proprio posto di lavoro. In una successiva intervista al The Sun, James ha spiegato che il magazzino somigliava molto ad una prigione, sono infatti presenti molte telecamere di sicurezza e scanner con l’obiettivo di controllare tutti i dipendenti. Secondo un sondaggio anonimo svolto da Organize, il 74% dei dipendenti non utilizzano il bagno per paura di essere richiamati, il 55% ha avuto problemi di depressione. L’80% dei partecipanti ha confermato che non si candiderebbe più per un lavoro all’interno dell’azienda.

Un lavoratore ha raccontato: “Ho avuto una crisi a lavoro e sono stato trasportato in ospedale, il giorno dopo mi hanno chiesto perché non fossi a lavoro. Gliel’ho spiegato, ma sono comunque stato richiamato per non essermi presentato in magazzino“. Amazon da suo canto ha voluto rispondere che le pause concesse ai dipendenti sono in linea con la maggior parte delle leggi sul lavoro e che non è provato che le persone che hanno partecipato al sondaggio abbiamo effettivamente lavorato all’interno dell’azienda.

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