facebook carta d'identità

Il tracciamento del nostro stile di vita, delle nostre abitudini, degli acquisti che facciamo, dove andiamo ecc. è ormai una realtà si può dire in ogni paese del mondo; diverso è il modo in cui quelle informazioni vengono usate. C’è differenza se una semplice ricerca online personalizza gli annunci pubblicitari che verranno mostrati o se impedisce di entrare in un paese. Questa è la proposta del Dipartimento di Stato statunitense, riferita dalla multinazionale dei mass media Bloomberg.

Ora infatti per chi non ha un passaporto USA c’è la possibilità facoltativa di indicare sui moduli cartacei o online delle prenotazioni per esempio di un volo aereo, il nome del proprio account social, ma se questa nuova proposta andasse in porto, diventerebbe obbligatorio indicare l’indirizzo del proprio account o dei propri account social.

Lo scopo di tutto questo è semplice: fare dei controlli per individuare attività sospette come condivisione di post non del tutto “raccomandabili” o controllare se sono stati messi dei like a pagine che incitano alla violenza, per esempio. Ma non solo, infatti si dovrà fornire tutti i nomi utilizzati per il proprio account dalla data attuale fino a 5 anni prima.

Altri dipartimenti USA stanno sollecitando le aziende a fornire assistenza nel processo di controllo, per esempio utilizzando dei moduli in cui si indichi, sempre in maniera facoltativa, account o nomi utilizzati nei social, ma ad ora sembra che poche se non nessuna azienda abbia aderito a questa iniziativa.

Il futuro della nostra identità saranno i profili Social

Il motivo principale sta nel fatto che per ora i sistemi che dovrebbero essere utilizzati per fare questi controlli non sono efficienti e che la gran parte del lavoro dovrebbe essere svolto da persone. Il risultato sarebbe sicuramente migliore in termini di qualità, ma non in termini di tempo e di efficienza. Sicuramente le critiche a questo eventuale provvedimento non si farebbero attendere, ovviamente nell’ambito della violazione della propria privacy, dato che chi di dovere, dovrebbe analizzare foto, condivisioni, commenti dello “sfortunato” turista negli USA… quindi la sua vita.

Un utilizzo delle informazioni dei social sicuramente non è nuovo (basti pensare a Cambridge Analytica), ma qui si tratterebbe sicuramente di un livello superiore. Proposte dello stesso calibro sono state avanzate in Cina. Nel paese in cui vivono più persone della Terra infatti, sarebbe in atto, circa dal 2014, ma implementato nel corso degli anni, un sistema di rating sociale. Si basa sull’analizzare i commenti di una persona sui social network, di vedere se è puntuale con il pagamento delle bollette o controllare eventuali condanne e così via.

Tutto questo per ottenere una sorta di classifica. Ci saranno i “buoni”, cioè coloro che pagano regolarmente le tasse, le rate dei mutui, persone insomma che non causano problemi alla comunità e che quindi otterrebbero come premio delle agevolazioni nella ricerca di un lavoro o negli interessi dei mutui. D’altro canto, chi finisce nei “cattivi”, avrebbe delle limitazioni. Per ora il suddetto programma di rating è facoltativo, ma potrebbe diventare obbligatorio, e allora, chi ha un basso punteggio, potrebbe trovarsi interdetto nell’acquisto di qualsiasi titolo di viaggio per un tempo di 12 mesi.

La diffusione e l’uso del social network sicuramente stanno influenzando la vita di tutti e continueranno a farlo sempre di più, per questo sicuramente urgono delle regolamentazioni in tal senso.

 

Articolo precedenteNetflix ricerca persone da assumere per guardare le sue serie TV originali, ecco come candidarsi
Articolo successivoUfficio Postale, ecco il trucco per saltare la coda in maniera gratuita