Il dipartimento di polizia di Raleigh, nel North Carolina, sta ottenendo dei mandati per costringere Google a divulgare i dati personali dei dispositivi. L’obiettivo è sfruttare i vari device i cui dati di geolocalizzazione sono vicini alla scena di un crimine in un certo periodo di tempo.

Dati di questo genere saranno utilizzati soprattutto nelle indagini per le sparatorie. Essenzialmente, gli investigatori costruiscono una soglia immaginaria intorno alle scene del crimine. Dopodiché,vengono richiesti i dati di ogni smartphone in quell’area durante i probabili tempi in cui il sospettato potrebbe esser stato lì. Al fine di evitare di avvisare proprio il sospettato, i mandati vengono forniti ordinando a Google di non avvisare gli utenti coinvolti. L’utenza dovrà consegnare direttamente i dati alle forze dell’ordine.

Trattasi quindi un’arma a doppio taglio. Se i perpetratori di questi crimini leggono l’avvertimento, scopriranno che il loro dispositivo potrebbe tradirli. Dall’altro lato della medaglia, l’innocente pubblico generale è ora consapevole di questa tattica adottata in sempre più dipartimenti.

Google costretto a fornire i dati personali degli utenti alla polizia, in gioco ci sono le sorti delle indagini investigative

La strategia ha alcune ovvie implicazioni sulla privacy. Il dipartimento di polizia di Raleigh afferma di averle prese in considerazione. Tale Dipartimento afferma che la tattica non viola le protezioni del Quarto Emendamento contro la ricerca e il sequestro irragionevoli. Infatti, ci si basa sulla vicinanza a una scena del crimine in modo tale che il sospetto sia quasi certamente intrappolato. La tattica è dunque un’evoluzione delle pratiche correnti, che spesso includono l’utilizzo di informazioni sulla posizione di smartphone e altri dispositivi per rintracciare i sospetti o capire dove si trovavano prima. I difensori della privacy e gli avvocati hanno espresso preoccupazioni su questa tattica e sul precedente che potrebbe stabilire.

Google, da parte sua, non ha parlato di questo particolare problema al momento. Dato il problema eventuale della privacy, è piuttosto probabile che la società pubblicherà una sorta di dichiarazione. La clausola che impedisce a Google di allertare gli utenti interessati può avere qualche influenza sulla gestione della questione da parte dell’azienda. Però, come per qualsiasi altro problema tra tecnologia, governo e privacy, solo il tempo dirà cosa accadrà e come verranno gestiti i casi simili in futuro.

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