TIM, Wind, Tre, Wind e FastwebTramite comunicazione via sms infatti, Tim, Vodafone, Tre Italia e Wind stanno avvisando i loro clienti del cambiamento di rotta. E qui la beffa: con la tariffazione ogni 28 giorni, di fatto, a fine anno le mensilità pagate erano 13, e non 12. Quindi le compagnie telefoniche, per evitare di perdere il guadagno extra, rincareranno la tariffa di circa l’8%, informando i consumatori che “la modifica non comporterà alcuna variazione della sua spesa complessiva annuale”.

Vodafone ha comunicato ai suoi utenti che le cose cambieranno dal 25 marzo per i clienti con offerta ricaribile, dal 5 aprile invece per gli utenti con abbonamento mobile e telefonia fissa, con un rincaro di ben l’8,6%.

Diverse le tempestiche per Tim: dal prossimo 5 marzo per i clienti di telefonia mobile, mentre i clienti di telefonia fissa dovranno aspettare fino al prossimo 1 aprile.

Wind e Tre per ora non hanno annunciato nessun rincaro ma torneranno alla tariffazione mensile rispettivamente a partire dal 5 aprile, ovvero il limite massimo imposto per legge, e 24 marzo.

Le polemiche non sono mancate, soprattutto sui social. Federcontribuenti ha affermato che segnalerà tale abuso all’Autorità Garante. Ma non solo: invita infatti i consumatori a scioperare, sospendendo le tarrife e le offerte utilizzate finora.

Codacons rincara la dose, denunciando i fatti all’antitrust, parlando di “imposizione unilaterale del contratto a danno del consumatore” e la definisce addirittura una “strategia collusiva”, dal momento che le modifiche, e in particolare l’aumento delle tariffe, sono state decise da tutte le principale compagnie telefoniche con le stesse tempistiche.”Nei giorni scorsi abbiamo presentato un esposto a 104 Procure della Repubblica contro gli aumenti tariffari decisi da Tim.

Tim, Vodafone, Tre e Wind fanno il gioco delle tre carte

Ora, dopo l’annuncio di Vodafone di incrementare i prezzi in egual misura, la situazione si aggrava, perché il sospetto è che possa configurarsi un cartello tra società teso a ridurre la concorrenza a tutto danno dei consumatori”
In effetti l’utente, pur avendo diritto a recedere dal contratto senza penali entro 30 giorni dalla comunicazione di modifica unilaterale da parte dell’operatore, rischia di non avere poi altre alternative tra cui scegliere, dato che tutte le aziende stanno adottando la medesima strategia. Senza contare i disagi che derivano dal cambio operatore e nel cambiamento del proprio recapito telefonico.

L’Autorità delle Comunicazioni ha comunque già imposto una multa per oltre un milione di euro a Tim, Vodafone, Wind, Tre e Fastweb per aver violato la delibera sulle fatturazioni mensili.

È possibile quindi per gli utenti che hanno pagato la “tredicesima” fattura fare ricorso: gli operatori infatti saranno obbligati a restituire l’eccedenza pagata con un indennizzo forfettario non inferiore a 50 euro, a cui si aggiungerà 1 euro per ogni giorno di fatturazione illegittima.

 

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