tim vodafoneAnno nuovo ma non cambia assolutamente nulla da questo punto di vista: come nel 2017, il 2018 parte alla grande per i truffatori che si insidiano nelle app gratuite che installiamo dagli store dei nostri dispositivi (Android ed Apple, non fa alcuna differenza) e ci attivano servizi a pagamento senza il nostro consenso diretto, servizi che tra l’altro non ci vengono nemmeno forniti dopo averci spillato intere ricariche.

Sono piovute segnalazioni anche in questi primi e tradizionalmente tranquilli primi giorni di anno nuovo, segnalazioni provenienti da utenti di ogni compagnia telefonica (TIM, Wind, Tre e Vodafone) esistente sul territorio italiano. Ma esattamente di cosa parliamo?

Abbiamo appena installato un’app gratuita dal Play Store del nostro dispositivo Android e dopo un paio di giorni arriva un sms sospetto che più o meno recita frasi del genere: il servizio “Pinco Pallino” è stato attivato e le sono stati scalati “X” euro. Tutto normale, se solo non avessimo richiesto alcun servizio! Talvolta, all’interno di app gratuite come quelle del meteo o di giochi che richiedono continui “tocchi” delle nostre dita sullo schermo si aprono banner pubblicitari che aprendo in background processi di attivazione dei servizi. Per effettuare una cosiddetta “contestazione di un servizio non richiesto” bisogna trovarsi nella condizione di essere “truffati” da una persona o società che applica tariffe ed esegue forniture di servizi senza che siano state ordinate ed approvate da parte del consumatore. La normativa del settore che ci tutela riguarda esclusivamente i consumatori senza considerare tutti gli altri clienti non domestici.

Tim, Wind, Tre e Vodafone: servizi a pagamento non richiesti è la nuova truffa

Il Codice del Consumo vieta l’esecuzione di forniture, con contestuale richiesta di pagamento, senza che vi sia stata una preventiva ordinazione da parte del consumatore. La finalità è quella di evitare che il consumatore sia indotto a pagare servizi o beni non desiderati nella convinzione di essere costretto, tutelandolo dal rischio di essere esposto a pressioni indesiderate. Adesso vi spiego che cosa è utile fare per farsi disattivare ed eventualmente rimborsare il denaro prelevato dai nostri crediti ingiustamente.

Seconda anche quanto suggerisca la Polizia Postale, la prima cosa da fare è senza dubbio contattare il proprio servizio clienti tramite lo smartphone “incriminato “ dalla truffa per sapere delle informazioni riguardo tale truffa. È di fondamentale importanza chiedere direttamente al servizio clienti la disattivazione del contratto abusivo, in quanto spesso e volentieri seguire le istruzioni riportate sugli SMS inviati dalle compagnie truffaldine non porta ad alcun risultato: solamente il servizio clienti può porre rimedio. Inoltre, nel caso sia la prima volta che accade un episodio del genere è possibile chiedere il rimborso del maltolto e questo ci viene direttamente riaccreditato sul credito disponibile.

Se invece il denaro non viene restituito ci si può rivolgere allo “Sportello dei Diritti”, e qualora il reclamo non giunga a buon fine si procederà ad azione di conciliazione; maggiori informazioni si possono richiedere agli indirizzi email info@sportellodeidiritti.org e segnalazioni@sportellodeidiritti.org. Come sempre tuttavia, la miglior difesa è stare attenti ed evitare di installare app sospette, per quanto possano essere vantaggiose.

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