whatsapp facebookIn un tempo in cui è sempre più difficile tutelare la propria privacy e difendere i propri dati personali dal vastissimo mondo del web anche le commissioni statali che si occupano di tutela della privacy sono scese in campo in prima persona.

Dal 2014 il colosso Facebook ha acquistato Whatsapp, ma questo è un fatto noto, da agosto dell’anno scorso però, i nuovi termini e condizioni formulati dall’azienda, prevedono il passaggio di alcune informazioni ricavate dall’app di messaggistica a “mamma Facebook” che potrà utilizzarle e che diventeranno effettivamente di proprietà dell’azienda di Zuckerberg. Lo scopo sembra essere unicamente legato al marketing e alla pubblicità, la raccolta di dati servirebbe per mostrare annunci personalizzati ad ogni utente. Finalità commerciali, quindi, che non sono comunque viste di buon occhio.

La Germania è stata la prima ad alzare la testa contro questa novità e si è subito preoccupata di pubblicare un’ordinanza ad effetto immediato che impedisse a Facebook di acquisire questo tipo di informazioni personali, che viola la legge tedesca per la tutela dei dati personali. Secondo la norma infatti, trattandosi di due diverse compagnie, non solo Whatsapp, ma anche Facebook dovrebbe richiedere le autorizzazioni per il passaggio dei dati agli utenti. La stessa manovra è avvenuta poco fa anche nel Regno Unito.

Whatsapp, a rischio di utilizzo

Con un po’ di ritardo anche la Francia si aggrega a questa decisione e, in questi giorni, il CNIL francese, La Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés, autorità indipendente incaricata della tutela della privacy nel paese, ha decretato che si interrompa questo scambio di informazioni tra Facebook e Whatsapp. In questo caso, la società made in USA ha un mese di tempo per adeguarsi alle nuove regole e rispettarle, altrimenti rischierà delle sanzioni.

Queste azioni violano la libertà degli utenti di utilizzare i social in tutta sicurezza e coscienza, dice l’autorità francese, e le motivazioni sulla creazione di pubblicità e sullo sviluppo di nuove tecniche di sicurezza attraverso la raccolta questi dati addotte dall’azienda non bastano per convincere.

La richiesta potrebbe portare a uno sviluppo in senso più ampio della vicenda in tutta l’Unione Europea, che già l’anno scorso si è pronunciata per esigere più trasparenza da Facebook riguardo la condivisione dei dati degli utenti. Facebook inoltre, deve prepararsi alle nuove norme sulla protezione dei dati, infatti un nuovo regolamento entrerà in vigore a maggio annunciando regole rigide e sanzioni più severe per chi non vi si adeguerà.

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