facebook

Circa un mese fa l’imprenditore Sean Parker aveva preso la parola durante una conferenza nella città di Philadelphia. Egli, sicuramente meno conosciuto del suo partner Marck Zuckerberg, era già noto per avere fondato Napster, un social per lo scambio della musica. La carica più importante che ha ricoperto, però, è stata quella di presidente del social network Facebook quando esso era alle soglie del suo ingresso online, a circa 5 mesi dalla fondazione da parte di Zuckerberg e Saverin.

Il 38enne aveva affermato che il famoso social network ormai stava contribuendo a modificare in negativo le relazioni sociali degli utenti e che il meccanismo di soddisfazione personale che veniva instillato dalla ricezione di commenti e “mi piace” stava diventando un circolo vizioso che metteva in luce la vulnerabilità psicologica di chi ne facesse utilizzo.

Dopo nemmeno un mese, le critiche mosse da Parker sono state seguite a ruota da quelle di Chamath Palihapitiya, che nel 2007 aveva occupato anch’egli la carica importante di manager per Facebook. Palihapitiya ha preso parte ad una conferenza sul business che si è tenuta all’università di Stanford, e ha dichiarato di sentire un profondo senso di colpa. Esso sarebbe dovuto al fatto che il social, come già aveva asserito Parker, ha contribuito a creare delle dinamiche del tutto nuove, mai sperimentate, che stanno “facendo a pezzi la società” e il suo fisiologico funzionamento.

Facebook, arrivano le critiche

Infatti, secondo l’ex manager, la piattaforma è fatta solo di ricerca di approvazione da parte degli altri, che arriva sotto forma di “mi piace” per lo più, e che viene ricercata in maniera morbosa e ossessiva. Essa, però, non è un’approvazione reale, ma solo una azione virtuale inconsistente. Ed è proprio questa, secondo lui, l’assurdità: che buona parte della vita degli individui si stia basando sul sentirsi apprezzati e motivati da una insignificante azione virtuale.

Per questo motivo ha invitato gli studenti a distaccarsi quanto più possibile dal social per mettere fine a questa dinamica sociale viziosa e inconcludente, che non soltanto mina il rapporto interindividuale, ma ha completamente distrutto il mondo dell’informazione. Sappiamo bene, infatti, quanto sia enorme la mole di false notizie che vengono messe in circolo e che nel giro di pochi minuti vengono condivise da milioni di persone, così come è diabolica e terrificante la circolazione e approvazione del cyber bullismo a cui il social di Zuckerberg contribuisce.

Una stima di certo veritiera quella dell’ex manager, che probabilmente tirerà a sé diverse critiche, e che può darsi sarà seguita, ancora una volta, da quella di altri personaggi vicini a Facebook.

 

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