apple pay

L’arrivo di Apple Pay in Italia può nel breve termine livellare il gap tecnologico che, in materia di payment system, è ancora evidente tra il nostro paese ed altri stati industrializzati. Lo strumento di Cupertino è arrivato da noi, non senza polemiche, a causa della grande battaglia (sottotraccia) che gli istituti bancari hanno mosso proprio alla società di Tim Cook.

Come ampiamente risaputo, Apple Pay permette a tutti i possessori di iPhone, iPad e Mac di adoperare un pagamento online o in negozio senza passare per la transizione diretta da carte di credito o di debito. Registrando una carta sul proprio dispositivo, sarà necessario semplicemente loggarsi sul sito per acquistare online, mentre per acquistare in store sarà necessario rivolgersi ad un esercizio che consente pagamenti tramite chip Wi-Fi.

Questa cosa non è vista di buon occhio dai maggiori istituti bancari italiani, tanto che per Apple Pay già si prevede un utilizzo assai limitato, almeno in questa sua fase d’esordio. Attualmente, solo Unicredit tra gli istituti maggiori ha dato il proprio consenso ad una collaborazione con Cupertino. A breve arriverà anche Banca Mediolanum ed un circuito top come American Express. Il resto però tace.

Intesa SanPaolo, ad esempio, non dovrebbe entrare nel programma, disponendo di un servizio parallelo molto simile chiamato “Pay&Go”. Stessa cosa dicasi per Poste Italiane che sta puntando molto sulla rivalutazione della sua PostePay. Le banche tedesche, tra cui Deutsche Bank, hanno fatto sapere di non essere in trattative e da altri due grandi istituti come UBibanca e BPM non trapelANO notizie su eventuali accordi in merito.

L’avvio di Apple Pay in Italia sarà quindi mezzo azzoppato dalla cocciutaggine di numerosi organi che non vedono, o non vogliono vedere, il futuro della moneta online. La nuova creazione di Cupertino sarà un altro grande auspicio mancato per il nostro paese?

VIAtechcrunch
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