hacker

La notizie è di quelle da prendere con le pinze perché frutto di una ricerca solo alla fase iniziale. La sostanza comunque è abbastanza spaventosa: i pacemaker, gli strumenti utilizzati per controllare il battito cardiaco in persone con problemi di circolazione, potrebbero essere a rischio hackeraggio proprio come un semplice computer o un semplice cellulare ultimo modello.

A darci questa informazione è la Food and Drugs Administration, l’ente governativo degli Stati Uniti d’America che si occupa di salute e della regolamentazione dei prodotti alimentati e farmaceutici. L’ente ha diramato un bollettino ufficiale per sottolineare la vulnerabilità di alcune tipologie di impianti, tra cui quelli prodotti dalla St. Jude Mediacal. Le vulnerabilità in questione potrebbero essere letali per il paziente.

Il pericolo maggiore nei casi estremi sarebbe quello di un omicidio, difficilissimo da dimostrare poi in sede legale visto che un hacker avrebbe la capacità di entrare sotto traccia nel sistema per fermare il funzionamento del pacemaker.

Questa non è la prima volta che allarmi del genere vengono lanciati. Già due anni fa, durante una conferenza di informatica in Australia, un utente era riuscito a governare le funzioni del dispositivo tramite un computer collegato in remoto. Un qualcosa davvero di estremo.

Ovviamente non bisogna far partire inutili allarmismi. La quasi totalità dei pacemaker disponibili oggi (circa il 99,9% periodico) sono estremamente sicuri ed affidabili. Il segnale deve essere però colto al volo per il futuro. Con una società prossimamente iperconnessa, gli strumenti medici dovranno essere a prova di qualsiasi attacco hacker.

FONTEfda
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