WhatsApp

WhatsApp e Yahoo sono state invitate dalle autorità europee, l’una a cessare di mettere fine alla condivisione dei dati degli utenti con la piattaforma Facebook; e l’altra a spiegare il perché vi è stata un massiccio furto di dati con il passaggio al governo statunitense di migliaia e migliaia di mail.

Nella giornata di oggi, numerose autorità europeo per la salvaguardia e la protezione dei dati personali hanno deciso di aprire un’inchiesta per la modifica delle politiche di confidenzialità annunciata da WhatsApp e per lo scandalo mail di Yahoo. Giusto per rispolverare la memoria, da un lato troviamo il maggior servizio di messaggistica al mondo che ha recentemente deciso di condividere i dati con la holding Facebook. Dall’altro, invece, troviamo uno degli scandali più grandi degli ultimi mesi, che vede Yahoo accusata di furto di dati sensibili e personali degli utenti, per collaborare con il governo USA.

WhatsApp e Yahoo richiamate per violazione dell’articolo G29

Secondo quanto emerso dalle prime battute della vicenda, le due aziende sarebbero state richiamate dalle autorità europee (in attesa di eventuali formalizzazioni legali) per violazione del “Groupe de travail – 29“. Al centro del dibattito, dunque, vi sarebbero «le nuove finalità messe in atto, che non erano incluse nelle condizioni d’utilizzo e nella politica di confidenzialità al momento in cui gli utenti si sono iscritti al servizio WhatsApp».

Il G29, inoltre, si preoccupa della validità dell’autorizzazione, dell’efficacia del meccanismo messo a disposizione degli utenti per salvaguardare i propri diritti e, sopratutto, del sacrosanto diritto dei non utilizzatori di uno dei due servizi a non far condividere i propri dati.

Yahoo, invece, pare dover affrontare guai ben più seri, secondo quanto emerso da un comunicato stampa. Infatti, la società è accusata di favoreggiamento nei confronti del governo americano e le viene domandato di « giustificare come e perché una tale falla di sicurezza si sia potuta verificare, di informare tutti gli utenti delle eventuali problematiche in cui potranno andare in contro ed, infine, di collaborare a pieno titolo con le autorità al fine di fare chiarezza sulla vicenda.»

Come Google qualche tempo fa, un numero sempre maggiore di grandi società finiscono nel mirino delle autorità di competenza europee. Staremo a vedere come evolverà la vicenda nel prossimo futuro e, soprattutto, quale giustificazioni e motivazioni saranno rilasciate dalle società interessate. Per ulteriori informazioni e novità, stay tuned su Tecnoandroid.it!

VIAZDNet
Articolo precedenteLG presenta il nuovo smartphone U: tutto quello che c’è da sapere
Articolo successivoAlcatel lancerà il primo smartphone Windows 10 VR