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Il Note 7 è la rovina di Samsung?

In queste settimane ci siamo occupati più volte del caso legato al Galaxy Note 7 di Samsung. Del resto, stiamo parlando di un madornale errore da parte dell’azienda coreana, destinato a far parlare di se ancora per molto tempo. Facendo però un excursus temporale, ci si rende immediatamente conto di come il Note 7 sia solo l’ultimo di una serie di errori nel mercato smartphone che, in alcuni casi, hanno avuto ripercussioni importanti per l’azienda che li ha commessi.

Come dimenticare il caso “antenna gate” relativo ad iPhone 4 di Apple: in base a come veniva impugnato, poteva perdere il segnale telefonico. Il compianto Steve Jobs andò su tutte le furie, tanto da licenziare in tronco il progettista della parte telefonica. All’epoca Apple offrì un rimborso di 15 dollari agli utenti ed un bumper di gomma gratis, che di fatto consentiva di aggirare in parte il problema.

Le ripercussioni per il colosso di Cupertino furono relative, visto che dovette applicare semplicemente delle modifiche costruttive agli iPhone 4 successivi all’individuazione del problema. Visti i numeri fatti registrare dai vari modelli di “melafonino” negli anni successivi, possiamo affermare che Apple seppe gestire molto bene la criticità (tanto da organizzare anche una conferenza stampa speciale per spiegare la situazione).

Celebre nel mondo Android è stato anche il caso di HTC One X, smartphone top gamma dell’azienda taiwanese per il 2012. In quel momento storico, HTC era al vertice del mercato della telefonia, e la gamma Sensation del 2011 aveva fatto registrare degli ottimi numeri in termini di vendite. Il One X, complice la CPU Tegra 3, mostrava dei gravi problemi di surriscaldamento e di lag, causando non poco imbarazzo da HTC che, in questo caso, ha subito gravi ripercussioni.

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Da quel momento infatti l’azienda taiwanese non è più riuscita a risollevarsi (complice anche l’exploit di Samsung proprio in quegli anni), e nemmeno il successivo top gamma, ovvero l’eccellente One M7, è riuscito a far ritornare HTC ai vertici.

Potremmo citare davvero tanti altri casi, ma quelli legati ad iPhone 4 ed HTC One X sono assolutamente emblematici, soprattutto in relazione ai destini differenti vissuti poi dalle rispettive aziende, dovuti essenzialmente alla diversa gestione delle problematiche.

Apple ci ha messo subito la faccia, intervenendo in via ufficiale, ammettendo l’esistenza del problema e proponendo in tempi brevi una risoluzione per gli utenti. HTC invece non è mai intervenuta ufficialmente sul caso del One X, facendo semplicemente passare del tempo e cercando di metterci una pezza con vari aggiornamenti software. Questo ha portato Apple a continuare la sua cavalcata trionfale nel mercato, mentre HTC è scivolata inesorabilmente in una crisi dalla quale ancora oggi fatica ad uscire.

In tal senso, Samsung non ha certamente gestito nella maniera ideale la situazione. Non c’è mai stato un uomo immagine dell’azienda coreana (come poteva essere Steve Jobs) che sia intervenuto in via ufficiale sul caso del Note 7, cercando di spiegare agli utenti in maniera chiara la problematica. Samsung ha scelto la via dei comunicati stampa, ed alla fine è stata addirittura costretta a stoppare la produzione del dispositivo (questa si, una cosa mai vista fino ad ora nel mondo smartphone).

Cosa possiamo dunque desumere da questa vicenda? È chiaro che Samsung è un’azienda profondamente differente rispetto ad HTC. Stiamo infatti parlando di un vero colosso a livello mondiale, attivo in praticamente tutti i settori dell’elettronica di consumo (di contro l’azienda taiwanese opera solo nel mercato smartphone). Non ci sono dubbi però sul fatto che Samsung non abbiamo gestito bene il caso Note 7 e, seppur abbia a disposizione tutta la forza economica per potersi risollevare, sono convinto che le ripercussioni, almeno per la sua divisione mobile, saranno importanti.

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