reggiseno hi-tech
Come funziona il reggiseno intelligente?

Non se ne vogliano a male gli amici maschietti, ma anche il reggiseno diventa hi-tech. Sul fatto che anche un indumento intimo possa beneficiare della più moderna tecnologia va anche bene. Il problema viene quando è proprio l’intimo per eccellenza femminile, il reggiseno appunto, a non slacciarsi se non sotto le mani lievi di chi è amato dalla donna che lo indossa.

Diciamolo: il classico reggiseno è stato un bel grattacapo per gli uomini maldestri e goffi, e per diversi decenni. Lacci e clip non sono stati certo un valido aiuto. Oggi, però, in nome delle moderna innovazione tecnologica, anche il momento più intimo deve cedere. E, fatevene una ragione, capitolare anche alla mesta figura di non riuscire ad aprirlo.

Una società di lingerie giapponese, infatti, ha reso ancora più difficile anche alla mano più esperta la possibilità di slacciare l’indumento femminile. L’idea nasce in seno alla campagna per il suo 10° anniversario, Ravijour – questo il nome della società – ha sviluppato un “reggiseno intelligente” che i cui supporti metallici si slacciano quando rilevano che le mani sono del partner che si ama. Quindi, una vera e propria arma di difesa per le avance poco gradite in discoteca. In nome di una ben accetta difesa per le donne contro violenze.

Il reggiseno intelligente, in pratica, monitora la frequenza cardiaca di chi lo indossa e invia le informazioni via Bluetooth ad una applicazione smartphone. Quest’ultima, a sua volta, avverte tramite una notifica automatica che il reggiseno si slaccerà poiché i suoi sensori si saranno accertati che i battiti cardiaci hanno la frequenza che, in genere, si registra quando si è innamorati. 

Nominato il vero tester dell’amore, questo reggiseno high-tech non è ancora disponibile alla vendita. Quindi, donne all’ascolto, frenate gli istinti. Tuttavia, si può vincere la possibilità di provarlo dopo l’acquisto di lingerie dello stesso marchio che lo ha sviluppato. Ovviamente, si tratta di una trovata pubblicitaria. E sì, di un tester appunto, perchè se dovesse davvero portare i risultati che ci si aspetta, potremmo vederlo in commercio molto presto.

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