Qualcomm
Qualcomm ha citato in giudizio Meizu accusando quest’ultima di aver violato alcuni brevetti legati alla connettività 3G e 4G.

Qualcomm ha deciso di citare in giudizio Meizu. La società statunitense, impegnata nella produzione di microprocessori, sostiene che la compagnia cinese abbia violato alcuni brevetti legati alla connettività 3G e 4G.

Di certo, non si tratta di un caso isolato. Difatti, l’elevato numero di brevetti, che vengono messi a punto per la realizzazione di un qualsiasi dispositivo, induce molti produttori a citare in giudizio altri leader del settore a causa di presunte o, in alcuni casi, effettive violazioni. E questa è la volta di Qualcomm, che punta il dito contro Meizu sostenendo che quest’ultimo abbia sfruttato illegittimamente alcuni brevetti riguardanti le tecnologie 3G e 4G.

La notizia fa un po’ sorridere dal momento che, proprio nel 2015, la stessa azienda statunitense ricevette una salatissima multa dall’autorità Antitrust cinese. Nello specifico, si trattava di un’ammenda del valore di 975 milioni di dollari: secondo l’accusa, infatti, Qualcomm mise in atto una strategia di mercato decisamente scorretta al fine di affossare la concorrenza e di far prevalere la propria posizione di leader nella produzione di chip wireless e di calcolo. Ora, invece, il caso vuole che la società statunitense si rivolga alla medesima commissione per far valere il copyright su alcuni brevetti.

Tuttavia, almeno per il momento, Meizu non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito al contenzioso. Qualora Qualcomm dovesse dimostrare ai giudici di avere ragione, sferrerebbe un duro colpo all’avversario cinese dal punto di vista finanziario. Infatti, negli ultimi tempi, Meizu ha dichiarato apertamente di voler concorrere alla top 5 dei migliori produttori mondiali di smartphone.

Ora bisogna attendere la replica da parte del colosso cinese. Nel corso dei prossimi giorni, vi forniremo dettagli più approfonditi riguardo questa faccenda; in particolare, vi riveleremo quali siano i “brevetti incriminati“.

FONTECnet
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